“Perché leggerli”
“Educazione siberiana” di Nicolai Lilin ci proietta, attraverso i ricordi d’infanzia del narratore-protagonista, nella società criminale siberiana i cui membri sono stati deportati dal regime di Stalin in Transinistria, fascia di terra compresa tra l’Ucraina e la Moldavia, dichiaratasi indipendente nel 1990 ma non riconosciuta a livello internazionale.
La struttura del testo è quella della “narrazione ad incastro”. L’autore riferisce una serie di racconti (fatti realmente accaduti, aneddoti, note folkloristiche) che recupera dalla sua memoria senza che vi sia una trama univoca. Questa impostazione potrebbe disorientare ma la tecnica seguita consente di fornire un quadro completo del folklore siberiano in genere poco noto.
A mio parere, il merito del libro è proprio quello di permettere al lettore di compiere un viaggio in un mondo sconosciuto e popolato da personaggi che incarnano l’ossimoro dell’essere “criminali onesti”. La loro esistenza verte su regole morali di altissimo livello (rispetto per i deboli ed i disabili, esaltazione del principio di libertà, profondo attaccamento alla religione ortodossa ….) ma, non riconoscendo alcuna autorità civile ed avendo un proprio sistema di giustizia, si pone al di fuori della sfera legale.
È da ammettere che a lettura conclusa può insinuarsi il dubbio di essere alle prese con una biografia romanzata e che la materia narrata non sia quindi pienamente aderente alla realtà. Tuttavia, questa legittima perplessità non toglie al testo il merito di averci introdotto in una controcultura parallela, basata su regole altre rispetto a quelle che reggono la società civile.
Grazioli Alessandra Maria