Giaceva lì grigio e spettrale. Immobile, dentro un espressione non sua, severa, quasi regale. In un sonno infecondo, senza pensieri o sogni. Liberato dall’affanno del respiro. Che strano, pensavo guardandolo, parliamo così raramente e malamente dell’unica cosa che sappiamo certa nella nostra esistenza. Per evitare anche solo di nominarla abbiamo
Ricordi il giorno che presi la tua macchina nuova e l’ammaccai? Credevo che mi avresti uccisa, ma tu non l’hai fatto. E ricordi quella volta che ti trascinai alla spiaggia e tu dicevi che sarebbe piovuto, e piovve? Credevo che avresti esclamato: “Te l’avevo detto!” ma tu non l’hai fatto.
Mai come in questi tempi le differenze tra uomo e donna sembrano essere diventate insostenibili. La cosa in fondo non mi stupisce. Sono cambiati i costumi, ci siamo emancipate e forse anche stancate di ingoiare sempre “zuppa di rospi” e la risposta maschile è quella della perdita d’identità. L’uomo è
La strada, illuminata dalla luna, da qualche parte ci porta, e non torna indietro da una vita, e con la luce del sole sembra sia infinita,piena di vetrine di case, di verità; di vecchi sogni di una vita. La strada guarda in faccia la realtà, ospita tutti… dai ricchi signori
Arde la sera, di musica e di colori di tinni, di sussulti, di ricordi. In boccio le rose, adornano, contorni accesi, salutano il vello. Dita scorrono, rapide inseguono volture virtuose, rimestano accenni d’emozione. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste
Tornare al passato, sentire la presenza di quell’essere invisibile come un’ombra… pronta a distruggere e annientare la fragilità di donna, assapora il dolore, se ne nutre per alimentarsi e diventare più forte, aleggia il silenzio attorno all’anima scarlatta, la mente coattata ad una lotta continua, il pensiero intrappolato da quel
Non siamo nati per soffrire, la sofferenza non è essenza della nostra esistenza. Quando non ci illumina più il sole, quando la croce ci crea dolori atroci, anche allora accogliamo l’alba, ci congediamo dal tramonto, cerchiamo la bellezza nella goccia di rugiada del mattino, la gentilezza nella innocente lacrima di
La biro, assomiglia per certi versi all’aratro. Non ha vomeri, ma lascia sul foglio una traccia, semina parole in grado di germogliare nel cuore, di chi ne raccoglie il frutto del senso più profondo. Ed io, ex contadino di opinabile valore, spargo sul foglio lettere senza ordinato schema col solo
“Volere è potere!”: quante volte ce lo siamo sentiti dire? Sembra una frase stimolante, che sprona ad agire, ci ricorda le nostre potenzialità: possiamo cambiare, basta volerlo… Magari vogliamo cambiare lavoro o prendere una decisione importante, a volte sentiamo l’esigenza di cambiare il nostro stile di vita, magari perdere peso, iniziare
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