SORRISI IN DIVISA E LACRIME SUL VISTO
«A Lampedusa ho imparato a odiare i termini: clandestino, sbarcato, straniero, immigrato, extracomunitario. In fondo, sono tutti aggettivi che si riferiscono a una persona. Quindi, un essere umano. Quindi perché non chiamarlo per quello che è? Chiamiamolo “persona”». La rivisitazione del lessico sarebbe da anima bella, sandali francescani , volontariato