Questo compleanno mi ha dato da fare: l’avvicinarsi dei 60 non è banale, e sta portando con sé molte riflessioni sul tempo che -bene che vada, e non è scontato- rimane all’orizzonte. Non sono questioni razionali: semplicemente, sono saliti da dentro stati d’animo, sguardi sulla vita, pensieri dai colori più cupi, velati di preoccupazioni sul futuro, attraversati dalla fredda consapevolezza del tempo che corre veloce verso la fine. Da questo fondo faticoso è nato un progetto fotografico, che in realtà è più che altro un esercizio spirituale: ogni giorno scatto una foto per fissare qualcosa di bello che vedo.
L’esercizio mi ha fatto e mi fa bene, e vorrei portarlo avanti per un anno. Sforzarmi nel trovare sguardi di bellezza mi ha aiutata a tenere una luce accesa di orientamento, a non perdere il filo nel girovagare per le vie dell’inverno interiore. “Aiutati che il ciel t’aiuta”: la mia traduzione laica di questa affermazione è: “aiutati, che il cervello ti aiuta”. Le neuroscienze sottoscrivono. E come in altri momenti difficili ho sperimentato, accade poi che un giorno ti svegli e ti senti meglio. Il lavorìo interiore ha fatto nascere le prime gemme, l’inverno dell’anima ha fatto sbocciare una nuova primavera.
E allora le fredde consapevolezze sul tempo che corre e che avanza inesorabile si scaldano di vita piena, ricca di tanto passato e tanto presente. Il qui e ora torna a essere una ricchezza di cui sentirmi grata.
E ogni volta mi sorprende questo zampillare improvviso di vita che sembrava silente. Così, oggi festeggio con gioia profonda questo compleanno, e con rinnovata gratitudine.