La nostra scontentezza, a volte, deriva dal fatto di non avere individuato la DIREZIONE giusta. Quella direzione che a un certo punto della vita, ti mette di fronte a un bivio e ti dice ciò che puoi e non puoi pretendere. Una direzione che quando è giusta, illumina il tuo cammino e i sogni impossibili, a volte, si realizzano. La vita è una continua prova, un continuo aggiustamento del nostro essere. Dio ci ha dotati di tutti gli strumenti necessari per l’attraversamento di questo sentiero che, se pur solo di passaggio, non Lo vuole di guerra, ma di felicità. Dal principio abbiamo l’arma della giovinezza: ci sentiamo forti e immortali… a tal punto che dimentichiamo Colui che ce l’ha donata. Ma quando poi, col passare degli anni, quest’arma comincia a spuntarsi, ecco che abbiamo un tempo per riflettere e fare le nostre scelte… Ed è proprio attraverso di esse che si decide il nostro futuro. Qualcosa mi dice che c’è un momento in cui bisogna guardarsi dentro, per capire meglio come siamo messi fuori, badando che sia i pensieri che il corpo non sfocino in una obesità irreversibile. Come la natura, anche la felicità ha le sue quattro stagioni: in ognuna di esse germoglia una gioia diversa, che va a compensare il frutto mancante che c’era nella stagione precedente. Ma se ci intestardiamo a voler mangiare le castagne anche quando ci sono le ciliegie, ecco che avviene l’intoppo. Scatta l’ingordigia. Non ci basta più una stagione, ne vogliamo quattro per volta e allora tutto si appiattisce mentre tutto muore. I cambiamenti, le diversità, i gusti, il piacere della dolce attesa mentre sei intento a preparare l’atmosfera giusta per quando Lei varcherà la soglia della tua stanza… Tutto questo ed altro, verrà ucciso in nome di quell’egoismo che ognuno di noi ha dentro e che se non è tenuto a freno diventa poi cattiveria, violenza, criminalità organizzata… ed è la fine. Ma siccome tutto ha un inizio, è durante l’inizio che bisogna intervenire. Si comincia a uccidere le persone con la mancanza di un sorriso o di un saluto ben fatto. Si pretende che i propri dipendenti debbano lavorare per il solo fatto che percepiscono uno stipendio. Per cui nient’altro va loro aggiunto, tanto meno un sorriso, oppure si pretende di essere amati solo perché Lei ha giurato fedeltà davanti al prete ma se Lei non ti ama più, non sarà colpa tua? Dicono che l’amore è un fuoco che bisogna tenere sempre acceso e io ne sono convinto. Sempre acceso con tutte le attenzioni che l’amore richiede; ma soprattutto, non bisogna mai stancarsi di variare il palinsesto. Non adagiarsi sui soliti programmi prevedibili in ogni loro mossa. È la prevedibilità che uccide più di tutti, l’amore. Piuttosto, meglio spegnere il televisore per due o tre giorni. Così quando poi lo si riaccenderà, anche una banalità potrà stimolare la nostra voglia di vivere! Gianluca Boffetti