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Dedicato ad Alex e Paola

E’ soltanto un gioco degli occhi stanchi, quegli occhi che si aprono all’alba e per tutto il giorno neppure sbattono più le ciglia: devono stare troppo attenti, perchè altrimenti la realtà sfuma e si nasconde, non esiste più.
Non è vuota, la strada: ci sono gli alberi ed i cespugli, colmi di rumori misteriosi, di schiocchi e di sussurri, di scricchi e di bisbigli. Ci sono le zolle rotolanti e franose, secche e riarse, magari, ma con la pioggia fioriranno. Ci sono sterpi ed erbe nuove, una timida viola che occhieggia tra l’erba, un ciuffo di minuscoli nontiscordardime. Un soffione precoce attende il sospiro lungo per volare via, perchè la vita è anche altrove. In alto passa un gabbiano, è troppo lontano dal mare. Sa però che ci vuole coraggio per affrontare la strada ed i rumori del giorno ed è pronto. Dedicato ad Alex e a Paola, cavalieri senza castello, senza vestiti e senz’oro, persone che vanno avanti per la strada della loro vita, e se inciampano è per raccogliere un fiore appena caduto, per prendere una pietra e nasconderla in tasca, per guardare meglio una foglia e le sue venature. Allora si fermano e hanno anche un po’ male, ma non importa: si rialzano più ricche. C’è un fiore, adesso, con loro. Ci sono una pietra o un sasso. L’orizzonte è più chiaro, brillano i raggi del sole. I freschi rumori del giorno sono tutt’attorno, sono tutto quel che serve, talvolta.
sguardiepercorsi

 

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