Stare sul pezzo, non indietreggiare di un mm, ribadire STAI A CASA, che scienza e coscienza non sono astrazioni, significa una volta tanto avere l’obbligo di ascoltare, di eseguire, infatti l’argomento non è solo ostico, ma talmente irriverente nelle sue improvvise assenze, che davvero occorre prendere posizioni poco ortodosse, affinché irresponsabilità e trappole ideologiche dei singoli passino per accettabili liturgie.
C’è necessità di ascoltare e seguire il carico scientifico che non mente, che non rimanda ad alcuna menzogna. STAI A CASA non è cartellonistica d’accatto, sottende linearità di comportamenti, anche là, dove le differenze esistono, ma tutte sono compatibili con la salute e il rispetto della vita di chicchessia. Se qualcuno non è d’accordo con questo atteggiamento parente stretto di un vero e proprio interesse collettivo, allora è il caso di domandarci senza se e senza ma in che mondo vivi tu, perché io vorrei vivere in uno spazio dove non vado a ingrossare le fila di una indifferenza sociale che non miete qualche nocciolina ma spicchi interi di umanità.
Questa pandemia non ha bisogno di una morale che instilla sapere pre-confezionato, necessita invece di strumenti adeguati e disciplina per meglio renderci conto del pericolo che ci viene addosso quotidianamente, non soltanto per ciò che si intuisce ma più per quello che è. Sovente additiamo i giovani come irresponsabili in questo momento così tragico, eppure dovremmo parlare di una adultità infantilizzata, perché siamo noi con la nostra testa dura che formiamo una sorta di sottosocietà dove spesso il ruolo non è riconosciuto, di conseguenza neppure il valore della persona, della vita umana.
Con il nostro comportamento e le nostre sordità di comodo, scaraventiamo dentro la pancia della bestia la possibilità e l’urgenza di una non più rinviabile prevenzione preziosa: quella che consente di tutelare chi si sente immortale e chi invece più fragile e malato è candidato a soccombere. Non sarà facile mettere pancia a terra questo male, ma insieme è possibile farcela.
Vincenzo Andraous