Recentemente parlando con una mia amica è emerso un interessante quesito che costei mi ha fatto e che io vi giro tale e quale!
Coste mi dice: “Ho rivisto Tizio (ometto il nome del ragazzo per una questione di privacy dato che chi mi conosce poi farebbe anche alla svelta “a fare due più due”) e lui è ancora single che ne dici se io ci riprovassi con lui?”
Prosegue sempre lei: “Ne è passata “di acqua sotto i ponti”, non credi? E magari, questa volta andrà bene! Tanto più che allora, la prima volta che siamo stati assieme intendo, eravamo solo dei ragazzini mentre ora siamo due persone adulte!
Io sono sempre stata contro i “ritorni di fiamma” perché se ci si è lasciati vuol dire che c’è un motivo o sbaglio?
Tuttavia è altrettanto vero che, forse, effettivamente di tempo ne sia passato e questo possa essere servito a farli cambiare e maturare?
Che valga davvero la pena di riprovarci?
Bella domanda! E la risposta?
La risposta che possa andare bene per tutti io, ovviamente, non cel’ho! È chiaro!
Però posso fare delle considerazioni e poi ognuno, inclusa questa mia amica, tirerà le proprie conclusioni, ok? Iniziamo…
Se tra “un prima e un dopo” ne è passato di tempo potrebbe darsi che i due (o almeno uno) sia cambiato (si spera in meglio).
E ci si augura, quindi, che anche il suo modo di fare sia diventato da persona adulta.
Tanto più che sarebbe preoccupante ragionare a 30 anni come quando se ne aveva 17, non è vero? Il trascorrere del tempo potrebbe aver fatto maturare la persona e affievolire “la stupidità giovanile”! Ma potrebbe anche essere che dei difetti che si avevano già a 17 anni a 30 si siano ancora di più consolidati in noi!
Se si aveva “la tale abitudine” potrebbe essere che dopo tanti anni sia anche peggiorata!
E allora cosa fare?
Lasciare perdere tutto quanto e fare come se non si sia mai incontrati di nuovo oppure no?
Forse se si vede ancora del buono in lui (lei) o lui (lei), magari, sarebbe il caso di darsi una seconda opportunità.
Senza però “partire in quarta”, ma facendo un passo alla volta pian piano così da avere il tempo di studiarsi a vicenda! Mi spiego meglio, ok?
Ci si dovrebbe iniziare a frequentare “in amicizia” per capire come va, come ci si trova nella reciproca compagnia.
Poi se “sono rose, fioriranno” ossia se c’è una buona intesa poi scatterà quella scintilla che va oltre l’amicizia. Ma in caso negativo (se ci fossimo illusi, anche in buona fede, di un qualcosa che non c’è più) per lo meno non avremo “buttato tutto alle ortiche” e si avrà, quanto meno, un amico o un’amica in più e una delusione in meno! È anche, credo molto importante, resettare davvero il passato e partire proprio da capo,
senza preconcetti altrimenti non si andrà molto lontano. Faccio un esempio.
Allora ci si era lasciati perché lui alla domenica voleva andare a vedere la partita della sua squadra del cuore allo stadio? Ecco, non dire anni fa era così perciò lo sarà anche adesso. Magari, ora, ha capito che le cose importanti della vita sono (anche) altre e perciò si potrà trovare una via di mezzo che vada bene ad entrambi!Un compromesso si può fare, giusto? Tanto più che non c’è bisogno di stare assieme 24 ore su 24 e 7 giorni su 7! Un po’ di libertà fa bene a tutti.
E nel mentre lui è a vedere la partita tu potresti uscire con le amiche oppure andare in palestra o al volontariato, non ti pare?
Una relazione è fatta anche, come detto, di compromessi, ma non solo, dato che servono anche dei dialoghi costruttivi in cui si parla di quello che non va e di come migliorare assieme! Tuttavia l’importante è il sapere anzi, essere consapevole che quello che conta è stare bene con sé stessi perciò non bisogna annullarsi per l’altra persona o per paura di restare da sole.
Per la serie “questo è l’ultimo treno per me” se me lo lascio scappare resterò una zitella a vita!
E allora mi metto con lui anche se è pieno di difetti in modo tale da poter dire… pure io ho qualcuno! No, non fare questo errore… mi raccomando! Io sono fermamente convinta che sia meglio sola che mal accompagnata dato che gli accomodamenti di comodo a lungo andare fanno acqua da tutte le parti e non portano molto lontano… anzi fanno più male che bene!
In conclusione? In conclusione bisogna guardare dentro noi stessi e capire cosa ci rende felici.
Non bisogna aver paura a seguire quella strada perché è quella (e solo quella) la via giusta da seguire e nessun’altra!
Ricordo che io non sono una psicologa o “cose del genere”, ma semplicemente una persona che ama guardarsi intorno e fare un po’ di considerazioni (che spera possano aiutarla a migliorare) che poi ama condividere pure con voi che mi leggete (perché, magari, i miei dubbi e le mie insicurezze in alcuni casi possono essere anche i vostri) e nulla più.
Monica Palazzi