Una giornata faticosa tra immagini di gente al mare e un documento di Word che mi guarda in attesa di crescere e di diventare “Qualcuno” un giorno, prima o dopo e che intanto racconta storie, lontane, nere, diverse. Storie semplicemente storie.
Apro iTunes e, senza esitazione, inizio a digitare “Harvest”.. Mi perdo tra Heart of Gold, Words, There’s a World, Alabama.. sa di giallo, questo cd. Ce l’ho anche a casa, un regalo di madre a padre di ritorno da una gita a Barcellona. Quando ancora non capivo e non sapevo, le tracce si rincorrevano e riempivano la casa. Sbuffavo e chiedevo di cambiare per poter imporre a tutti i miei gusti di bambina e d’adolescente. Ma padre, d’autorità, metteva su Neil Young, fine della discussione. Così, forse per questo è così giallo questo album. Così un sorriso. Mi distendo sul letto, appoggio la testa sotto al mio cuscino a forma di sole. Ma è il sole, quello vero, a farmi stare bene. Entra nella stanza, si mette qua accanto a me. Mi abbraccia e mi scalda. Sono costretta a chiudere gli occhi, lascio che mi arrivi dritto sulle palpebre. La sensazione di avere il sole accanto renderebbe ottimista anche il più freddo dei cinici, spegnerebbe i pensieri anche alla più introspettiva delle persone cerebrali.
Michela