Cisano Bergamasco (Cisà o Sisà in dialetto bergamasco[4], Cisàn in dialetto brianzolo) è un comune italiano di 6 377 abitanti della provincia di Bergamo in Lombardia. Situato nella Valle San Martino, si trova a circa 18 chilometri ad ovest del capoluogo orobico. Il comune fa parte della Comunità montana Lario Orientale – Valle San Martino.
Geografia fisica
Il territorio di Cisano si estende alle propaggini meridionali delle Alpi Orobiche e, pur essendo quasi interamente collinare, ha un aspetto molto vario e presenta numerosi ripiani di differente origine geologica. Sul confine tra Cisano e Brivio scorre il fiume Adda, e nel territorio cisanese il torrente Sonna e altri ruscelletti. Il clima dell’area pedemontana in cui si trova Cisano è di tipo temperato umido, tipico dell’area continentale europea, così come della Pianura Padana.
Storia
Nonostante sul territorio fosse presente già in epoca romana un’importante strada di collegamento che univa la città di Bergamo con quella di Como, non si verificarono che piccoli insediamenti lungo il tragitto della stessa, senza che questi assumessero carattere rilevante. Anche i successivi secoli non portarono episodi degni di nota, se non la presenza nelle zone limitrofe di insediamenti longobardi prima e dei Franchi poi. Questi ultimi instaurarono l’istituzione politica del Sacro Romano Impero, con cui nacque il feudalesimo. Ed è in questo periodo che sul territorio cominciarono a svilupparsi insediamenti abitativi di una certa consistenza, il primo dei quali fu Villasola (attuale frazione di Cisano), di cui si hanno notizie già all’inizio del X secolo, quando si staccò dalla pieve di Brivio. Di poco successivi sono i documenti scritti in cui viene citato il nome del capoluogo Cisano, il cui nome appare, nel 962, in un atto che certifica i possedimenti del re Berengario II.
Fu proprio nel periodo medievale che sul territorio nacquero numerose fortificazioni tra cui anche un castello che, sito in posizione predominante, fu oggetto di contesa tra le fazioni guelfe e ghibelline nel corso dei violenti scontri che avvennero tra i due gruppi. Il predominio era esercitato dalla famiglia Vimercati Sozzi de Capitani che possedeva numerosi terreni, edifici (tra i quali il castello stesso) ed esigeva il pagamento di decime, tra cui anche un’imposta per l’attraversamento del fiume Adda che avveniva in località “La sosta” mediante l’utilizzo di un barcone. Il termine di questo periodo arrivò con l’accordo di pace firmato a Ferrara nel 1433, nel quale venne sancito il passaggio di Cisano e dei borghi limitrofi alla Repubblica di Venezia. Da allora non si sono più verificati episodi di una certa rilevanza politica nel paese che, forte della ritrovata tranquillità, cominciò ad intraprendere attività economiche che risollevarono la condizione economica e sociale dei propri abitanti. Soltanto alcune carestie e ondate epidemiche di peste di manzoniana memoria misero in seria difficoltà la popolazione, che seppe sempre rialzarsi e riprendere le proprie attività.
Nel 1797 Cisano, così come gran parte della provincia di Bergamo, venne annesso alla Repubblica Cisalpina, dominazione che durò fino al 1815 quando subentrarono gli austriaci che instaurarono il Regno Lombardo-Veneto; l’ultimo passaggio di consegne avvenne nel 1859 con l’ingresso nel neonato Regno d’Italia. Nel 1863 assunse la attuale denominazione Cisano Bergamasco.
Luoghi d’interesse
Nel paese numerosi sono gli elementi architettonici caratteristici: in primo luogo il castello medievale che, inserito in una villa di proprietà privata e posto in posizione dominante, possiede ancora parte della muratura originale ed un’imponente torre che svetta su gran parte dell’abitato. Coeva è la chiesa di San Zenone, a lungo sede parrocchiale: risalente all’XI secolo, presenta le caratteristiche architettoniche tipiche dell’epoca medievale grazie ad un ottimo stato di conservazione, cosa che le ha permesso di ottenere il riconoscimento di monumento nazionale. È inoltre presente l’attuale chiesa parrocchiale che, sempre intitolata a San Zenone, risale all’inizio del XX secolo e conserva affreschi e dipinti (alcuni provenienti dalla chiesa vecchia) di buona fattura.
Nella frazione di San Gregorio è possibile ammirare la chiesa intitolata all’omonimo santo che, posta sulla collina in posizione dominante, possiede ancora il campanile ricavato da una torre medievale. Infine, nella frazione di Villasola, si trova la chiesa che, intitolata a Santo Stefano, possiede opere di buon pregio tra cui l’altare maggiore progettato nel 1841 dall’architetto Ferdinando Crivelli, la cui realizzazione ad opera di Angelo Cattò si è discostata dal progetto.