Il 6 settembre mia mamma avrebbe compiuto 100 anni, un traguardo che ormai raggiungono molti anziani, alcuni anche in buona salute. Nacque in una famiglia modesta e numerosa (erano 5 figlie e 1 figlio), in anni molto duri e non poté terminare neppure le scuole elementari, pur desiderandolo molto, così come le sue sorelle. Fu dunque mandata a lavorare giovanissima, oltre ad aiutare la mamma nelle faccende domestiche prima, durante la pausa pranzo, dopo il lavoro, il papà carrettiere di notte, quando si alzava per andare a Brescia a caricare la merce e a volte pure a bottega dal fratello barbiere, per la mentalità di allora il ”maschio”, dunque esentato da altre incombenze, oltre ad essere servito in guanti bianchi. Visse gli anni difficili della guerra, con tutte le privazioni, le paure, le incertezze sul futuro, proprio nel periodo migliore della sua giovinezza. Era già fidanzata con mio papà, che rimase prigioniero in Algeria per 7 lunghi anni, perciò al ritorno a casa organizzarono presto il matrimonio. In una fredda mattina invernale, il 15 febbraio 1947, senza neppure acquistare un abito e un cappotto nuovo, accompagnata a piedi da casa sua alla chiesa, a braccetto di mio nonno, avvolto nel suo mantello e col cappello, iniziò in modo molto dimesso la sua nuova vita da sposa, con un pranzo alla buona, in famiglia. Vita che le riservò difficoltà a catena: la prima convivere con la suocera, un peperino con cui non era facile andare d’accordo, mentre il suocero, più buono e affettuoso con lei, morì poco dopo, a 52 anni. A seguire negli anni la malattia di mio papà, a 44 anni che se lo portò via poi a soli 52 anni; nel 1999 la morte improvvisa di mia sorella a soli 50 anni e, nell’ultimo anno e mezzo, la malattia invalidante che la costrinse a vivere sulla carrozzella. I due mesi prima della sua morte rimase in coma vegetativo e per noi figlie fu davvero straziante vederla in quelle condizioni oltre che prendere decisioni dolorose e pesanti. La consolazione mia e di mia sorella è tutt’oggi, dopo nove anni, la certezza di averla assistita al meglio, standole sempre vicino, anche quando lei non se ne rendeva più conto. Qualsiasi età abbiano, le mamme lasciano un vuoto e una sensazione di recisione con un prima e un dopo molto netto. È infatti il legame più forte, dal quale non si è mai pronti a staccarsi. L’ultima festa di compleanno che le avevamo preparato è stata per i suoi 90 anni, già malata nel fisico, ma molto presente mentalmente, attorniata dai suoi affetti più cari e dalla badante, che l’ha accudita con pazienza e affetto: nei suoi occhi quel giorno, la felicità per avere vicino le persone che le volevano bene e nei nostri un bel ricordo. Auguri per un compleanno speciale che sono certa le arriveranno lassù!
Olfi Ornella