Nella vita pochissimi cambiano casa e sono certo che un po’ di noia si avverte.
Mi riferisco ai rampolli di grandi famiglie facoltose e alle generazioni dei nobili. Quando si nasce si incontra la prima casa ed altri ti informano poi che sei nato in quel luogo, falso anche questo perché da cinquant’anni si nasce in ospedali e cliniche. La professione di levatrice non esiste più. E così si non si nasce neppure dove sei stato concepito e dove inizierai i primi passi.
Oggi pensano di dare ai bambini il luogo di nascita dove risiedono i genitori, mi sembra giusto, in particolare per i piccoli centri dove non esistono le infrastrutture adatte alle nascite. Ogni paese avrà così l’onore di poter affermare che il fisico, il filosofo, il politico e altro ancora è un loro figlio di nascita. Crescendo, la vita dei genitori cambia: il lavoro, le esigenze di espandersi, il ritorno alle origini e altri eventi, fanno sì che le residenze possono cambiare ed allontanarsi dal luogo e nido di nascita.
Sempre, in questi casi, la casa cambia e si rischia di non ricordare dove e per quanto si è vissuto in ogni casa. Il cambio, quasi certo, è con il matrimonio e poi ancora come hanno affrontato i trasferimenti i nostri genitori.
Solo dove si è vissuti un arco di un quarto di secolo, resta profondamente radicato in noi il ricordo. E’ allora che il cambiar casa pesa enormemente poiché abitudini, dettagli di vita, ricordi e ogni particolare restano impressi come marchi indelebili. Per assurdo si potrebbe diventare improvvisamente ciechi ed il giorno dopo sapersi muovere e fare ogni cosa senza nessun sforzo e disagio dello spazio diventato buio, buio come la notte che ognuno di noi, evitando di accendere la luce per non disturbare, ha già affrontato.
Cambiar casa sembra facile e nei primi momenti è anche eccitante: vedere nuovi spazi più o meno grandi, con verde e no, più grande o più piccola della tua, con più comodità, con meno comodità e raffrontandola sempre alla tua.
Comincia così la tua vera e propria Odissea.
Dove e come poter mettere quel mobile, rinunciare a quell’altro, dove rimettere ogni cosa appesa alle pareti.
Ci starà tutto? E i ricordi? Cosa dovrò eliminare? Improvvisamente vedi poi pubblicato su un giornale specializzato la tua casa, che per trent’anni hai vissuto, trasformato su misura per te e cominciano così i ricordi fin dal primo momento di trent’anni fa. Ogni ricordo ti sovviene, come rivedere un film, ma questa volta l’hai girato tu, lo rivedi mille volte in ogni dettaglio e tagli quei fotogrammi spiacevoli che non vuoi rivedere e ricordare. Però hai innescato un percorso che non puoi più tornare indietro. Devi proseguirlo e saperlo accettare, con tutti i disagi che ti sei creato e che incontrerai e deve sorreggerti una riflessione: se ancora avverrà tra trent’anni, come la affronterai? E mi sovviene: ci sarò ancora fra trent’anni? Il futuro non ci è lecito saperlo e questa è una fortuna, ed è lo sprone per la vita.
Giotti