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BIANCANEVE ED IL CACCIATORE

Vuoi essere avvisato in anticipo dell’organizzazione di eventi, manifestazioni, rassegne, anteprime cinematografiche e film in programma nella tua zona? Manda un email a: piergiorgio.ravasio@email.it “Specchio, specchio delle mie brame: chi è la più bella del reame?”. Chiunque non potrà dimenticare l’interrogativo che la superba e vanitosa regina cattiva era solita sottoporre al suo specchio magico. E nemmeno l’inaspettata risposta che, mandandola su tutte le furie, un bel giorno si sente restituire (“Bella, tu sei bella, o mia regina. Ma attenta: al mondo una fanciulla c’è, vestita sol di stracci poverina, ma, ahimè, assai più bella di te”). Da bambini l’abbiamo letta tutti e, pure, avremo visto il cartone animato del 1937 (la prima incursione della Disney nel mondo delle fiabe). Oggi la storia per eccellenza della “leggendaria favola senza tempo” viene reimmaginata (e, per certi versi, stravolta) e presentata in una versione innovativa rispetto alla favola dei Fratelli Grimm, aggiungendovi quel tocco di modernità che non guasta mai. I personaggi, per quanto ovvio, sono sempre gli stessi: la protagonista principale, la più bella del regno, che dà il titolo alla pellicola; la malvagia matrigna che vuole eliminarla; il Cacciatore che è il tramite incaricato del gravoso impegno; il giovane duca innamorato di Biancaneve; i sette nani che accompagnano un po’ tutti in questo viaggio fantastico. I validi talenti dietro le quinte di “Biancaneve e il Cacciatore” sono capeggiati dalla fervida e creativa immaginazione del regista Rupert Sanders (il pluridecorato cineasta, creatore di fantasiosi spot pubblicitari, che si è fatto strada fino al top del suo mondo grazie ad uno stile visivo unico). Il giusto equilibrio tra visione epica e precisione nei dettagli fa sì che la pellicola non si risolva solo in una favola epica senza tempo, ma catturi anche lo spirito, lo stile e il tono di quei fratelli (Grimm) che con questo film, probabilmente, avrebbero immaginato la versione della loro storia a distanza di duecento anni. “Abbiamo ancora lo specchio, la mela rossa e la regina cattiva, ma abbiamo anche aggiunto imponenti battaglie e una ribellione. Questa storia è più ampia e la posta in gioco è molto più alta. E’ la lotta della vita contro la morte”. Il film è supportato da un buon cast che vede, nel ruolo principale, Kristen Stewart (la Bella della saga blockbuster “Twilight”); l’attrice Premio Oscar Charlize Theron nei panni della leggendaria regina; il dio nordico della guerra (“Thor” e “The Avengers”) Chris Hemsworth, dal grande carisma e presenza scenica, oggi Cacciatore ubriacone che vive nella foresta da solo, lavora come mercenario, uomo spigoloso ma dal buon cuore e che conosce la Foresta Incantata e quella Oscura come il palmo delle sue mani; il Principe William (a cui dà volto il giovane missionario romantico Sam Claflin di “Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare”); l’interludio comico (che fa sorridere) rappresentato dai quei nani sinceri, dal grande cuore e che sanno anche mostrare altre emozioni. Con buoni sentimenti e apprezzabili tematiche alla base (la solitudine e la maturazione, i problemi di fiducia, l’amore e il potere della bellezza col suo inevitabile sbiadire), disegnati e impaginati con una certa potenza, grazie all’impiego di complicati effetti visivi (un mondo di nani, creature della Foresta Incantata, fate buone, troll, gazze, corvi e castelli vari), “Biancaneve e il Cacciatore” è una nuova lezione sulla mortalità e su come gelosia ed ira possano farci smettere di vivere. Tra icone più o meno esplicite (lo specchio magico, reliquia cresciuta nel tempo fino a diventare un’entità fisica; la mela, simbolo della conoscenza dell’albero della vita) e seppur evocando situazioni, atmosfere e percorsi già visti in altre pellicole, il messaggio veicolato è sempre lodevole: l’importante è godersi la vita e non tentare di raggiungere qualcosa che, in definitiva, non ha alcuna importanza.

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