Così com’è non l’avevo vista fino ad ora.
Spogliata di quelle luci che incendiavano le notti d’estate, racchiusa in sè in quel silenzio che fa molto rumore… la vita di ogni giornata freme ma non vive poiché manca il respiro!
Un cielo incolore preannuncia di quanto sgomento, serpeggi tra le persone, segnate in modo talmente drastico, per non riuscire neppure a volgere lo sguardo al futuro che riporti serenità… oppure che non riesce a pronunciare alcuna parola di conforto, come un ultimo saluto a un proprio caro, visto che di tempo non ce nè…
Allora le parole rimangono assurdamente in gola, gonfiando di amare lacrime, i nostri occhi persi nel vuoto, che sono l’emblema della nostra situazione umana che stiamo vivendo!
Cosa ti hanno fatto amata Bergamo, per essere stata così colpita, da questo nemico invisibile che non prevede differenza d’età, e che crea il panico tra la gente sfiduciata nel domani?
Non ti riconosco più e mi sa che avresti una gran voglia di gridare la tua libertà, anche se le notizie che si susseguono, soffocano la volontà e fanno mancare l’aria!
Ci vuole ossigeno, cara terra natia per riemergere, ma abbiamo bisogno anche di unirci tra di noi, senza alcuna riserva, avendo rispetto per la nostra vita e quella degli altri…
Sarebbe opportuno, mai come in questo periodo, una nostra preghiera unanime che attraversasse le barriere delle ostilità, per renderci conto che ognuno di noi è parte integrale di questo Mondo malato.
Forse solo così, la nostra Bergamo tornerà a brillare con la consapevolezza di essere territorio importante, come lo è sempre stato, perché noi bergamaschi, nonostante tutto, siamo gente di cuore che lotta per un domani più promettente! Diamoci da fare, dunque, cari concittadini, magari rimanendo a casa adesso, perché l’orgoglio di essere di Bergamo non deve arrendersi mai !
Fieri di essere a tutti gli effetti, orobici, perché la vita è come la poesia… è unica!
Poeta Fabrizio Villa
Un quarto di secolo di storia