Una storia sussurrata
a piccoli passi.
LE PORTE DI MARIA
Lei scenderà dall’auto da sola, guardandosi nello specchietto di cortesia. Mi saluterà prendendo le chiavi di casa. Parleremo dei suoi progetti dei suoi incontri e delle sue serate. Discorsi fatti di cose semplici, mentre lei si ritoccherà il trucco con aria civettuola.
Le stampelle verbali le potrò bruciare, avrà voglia di uscire, di conoscere il mondo e le persone. Camminerà a testa alta e cercherà di laurearsi. Sarà piena di vita e di sogni, conseguirà la patente di guida e avrà un sacco di amici.
Sono sogni ad occhi aperti e ritorno alla realtà.
Attraverso le informazioni televisive, riesco ad avere la mail di un genitore che coordina gli appuntamenti dello specialista che applica la cura americana. Molto gentile ma diretto, mi spiega che anche lui ha una figlia con problematiche simili e che la cura nel suo caso, non ha prodotto gli effetti sperati. Mi spiega come funzionano gli appuntamenti che ci verranno confermati via mail. Il metodo parte dal principio che la malattia è curabile o che può migliorare in modo considerevole. Portato avanti da un movimento formato dai migliori esperti dell’Autismo: medici, scienziati, ricercatori e genitori che si sforzano di capire le vere cause dell’Autismo e di trovare le cure più adatte per guarirlo. Sono convinti che sia causato da disfunzioni e danni dell’organismo, in particolare nel sistema digestivo, immunitario, metabolico. Inoltre sono convinti che, vaccini, antibiotici, metalli tossici (mercurio, piombo) non riescano ad essere espulsi.
Dal risultato di alcuni esami di laboratorio si possono definire cure specifiche, al fine di ricostruire il loro delicatissimo equilibrio. Ad integrazione vengono somministrate delle terapie comportamentali (ABA) stimolazioni sensoriali e logopedia.
Il professore visita vicino a Venezia e la visita è fissata. Il professore fa alcune domande e prescrive la ricetta, la lista degli alimenti possibili e gli integratori da somministrare. Spiega con tutta sincerità che si devono ottenere dei risultati già dalla prima settimana di somministrazione e che se ciò non fosse accaduto bisognava sospendere la dieta. Uno sforzo alimentare come questo senza risultati visibili, sarebbe stato del tutto inutile. Sì, se funziona, funziona subito, altrimenti non ne vale la pena. Difficoltoso per me da sola!
Affrontare il viaggio e le successive visite è pesante , ma mi piace pensare di non lasciare niente di intentato. La lista è lunga e gli orari si devono rispettare e l’ultimo paziente accompagna il dottore all’aeroporto.
Con la dieta in mano parto con l’acquisto degli ingredienti.
Preparo il pane che viene fatto in casa con una farina senza glutine. Il preparato arriva dall’Australia via Roma, si mischia all’acqua ed al bicarbonato per la lievitazione; infatti i lieviti non sono ammessi. Maria mi guarda, io inizio a parlarle della dieta e del fatto che poi starà molto meglio con questo pane.
Lo guardiamo, il pane è nel forno, sono molto emozionata, non so come andrà ma intanto lievita come la mia speranza.
Ho acquistato altri prodotti tutti senza glutine, senza zucchero, senza latte, senza lievito. Lo zucchero lo sostituisco con lo xilitolo, la farina con il grano saraceno, il prosciutto lo acquisto senza glutine e senza latte.
Non possiamo andare più nei supermercati che non siano rivolti a celiaci.
Gli integratori, zinco, magnesio ed aloe li acquisto on-line in Svizzera e a Malta. In Italia non esistono. Se esiste qualche prodotto simile, purtroppo contiene conservanti. Anch’io mangio così perché devo capire quanto sia sopportabile per una bambina di sette anni adeguarsi a questo tipo di alimentazione.
Il pane è mangiabile ma con l’andar del tempo il solo profumo inibisce l’appetito. Proviamo a mangiare così per le due settimane pattuite.
Osservo come si muove, guardo minuziosamente quello che succede. Osservo i piccoli cambiamenti uno fra i più evidenti è quello del saluto.
Quando rientro a casa Maria viene verso di me salutandomi con una consapevole presenza, un piccolo saluto con il cenno della mano, ma sono contenta. Allora vado avanti con la dieta e gli integratori e continuo ad osservare. Nel frattempo le faccio fare degli esami.
Raccolgo un campione di urina e lo spedisco a Parigi, i risultati li invieranno via mail a me ed al professore. Le conferme migliori si ottengono somministrando il metodo ai bambini piccoli. Gli esami non li posso effettuare in Italia perché li eseguono solo sugli adulti.
Dopo circa tre mesi i parametri si sono stabilizzati e il residuo dei metalli rimasti nel suo organismo sono pochi. Intanto continuo a sperare.
Le stereotipie motorie come le braccia che imitano il volo degli uccelli sono cessate, il tono della voce è più alto. Di solito sembra una bimba arrabbiata, ora il suo volto è disteso e l’umore migliorato. Gli argomenti non sono più così ripetitivi e sono più vari. Il ritiro sociale è meno marcato. Credo di essere sulla buona strada e quindi continuo così fra esami e dieta per circa due anni.
Aspetto che tutti questi miglioramenti si stabilizzino e che ve ne siano degli altri.
È una grande fatica senza glutine, senza lievito, senza caseina, senza tutto. A tavola siamo sempre più tristi. Lei è sempre stata una mangiona, ora mi sorride di più, anche se lo fa “sotto i baffi” senza incontrare il mio sguardo.
Passa il tempo ma non succede più nulla forse il prezzo da pagare per un sorriso abbozzato è per qualche saluto è troppo alto, ed arriva il giorno dell’abbandono.
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