Il buio intorno mi invita ad usare altri sensi. Olfatto. Tatto. Gusto, spero.
Mi avvicino piano col corpo. Goffo leone marino in adorazione di un’Ondina leggiadra. Con la mano pinna sfioro la sua pelle. Calore che si irradia lungo il braccio sgraziato, fino al cuore. Le dita indugiano in quel calore come una piccola lucertola che dopo giorni di pioggia grigia si stenda su un sasso, per farsi baciare dal vivificante tepore di un sole generoso. Senza toccarlo.
Intanto mi inebrio del tuo profumo. I capelli così vicini mi fanno il solletico sulle labbra. Io divoro il tuo odore come alla fine di un lungo digiuno. Un digiuno che dura da troppo. Un digiuno non voluto. Spingo le dita audaci sotto il velo leggero della vecchia maglietta bianca. Con la bocca accarezzo il tuo viso. La curva del mento. Il lobo dell’orecchio. Tu sembri non accorgerti di nulla. Nemmeno un movimento che mi faccia capire se devo continuare o fermarmi. E l’attesa mi rende più voglioso di te. Ogni momento trascorso in quella carnale adorazione, mi fa sempre più desiderare che tu, mia algida dea, ti risvegli dal tuo torpore irraggiungibile. D’improvviso la tua bocca si schiude in un bacio morbido, cui rispondo con tutto l’amore che mi è possibile, sperando che te ne giunga almeno un frammento. Il tuo corpo sopito si risveglia, meraviglioso come un alba. E risponde in parte ancora inconsapevole alle mie carezze.
La ritrosia della coscienza dura solo un attimo e scivola via insieme alla maglietta e a tutto il resto, lasciando il tuo corpo nudo. E caldo. Le mie dita scivolano sulla pelle.
I corpi sono uniti. Forse anche le menti. È nell’ora dell’amore che due persone possono dirsi finalmente un’unica carne, un unico spirito. Il mondo bussa con insistenza alle finestre chiuse come un terribile dio nordico ma noi non lo sentiamo, presi dal piacere che ci stiamo regalando. E quando il mare delle sensazioni finalmente erompe, la vera felicità e tenerti stretta. La vera gioia è abbracciarti dopo. Nudi e sudati. Con il tuo sapore in bocca. Sentire che il tuo cuore batte proprio qui accanto al mio. Quasi insieme.
AGO