Ad ogni libro letto, ad ogni mio nuovo viaggio, cerco sempre un “souvenir”, una frase significativa da portare con me.
Fra le pagine de “Il sale della terra”, di Jeanine Cummins, ho viaggiato dalla città di Acapulco, in Messico, verso Denver con Lydia e suo figlio Luca, di 8 anni. Un viaggio necessario e molto pericoloso, dopo un terribile massacro, che mi ha tenuto con il fiato sospeso.
”Ecco lo zaino di Sebastián. Una delle cose da prendere. Ora come ora, Lydia può solo eseguire i compiti che le si presentano davanti. Poi ci sarà tempo per cominciare a riflettere su come tutto questo sia accaduto, sul perché sia accaduto. […] ”Dove andiamo, Mami?””Non lo so, Mijo”, risponde. “Vedremo.
Ci aspetta una bella avventura.” – ”Come nei film?”- ”Si, Mijo. Come nei film.”
Con Federica Bosco, in “Ci vediamo uno di questi giorni”, sono stata a Genova e ho scoperto un’amicizia indissolubile fra Caterina e Ludovica. Un romanzo che mi ha fatto ridere ma anche commuovere. Ironico e profondo.
Dai pensieri di Ludovica: “Cominciavo a respirare, a sentirmi libera e a provare un’emozione e un brivido nuovo, una specie di eccitazione per essere uscita dalla mia zona conosciuta e protetta. Una voglia di scoprire il mondo, di guardarmi intorno, di conoscere cose nuove, di volare più in alto.
Sdraiata sul prato, guardavo le nuvole, i capelli sciolti nel verde dell’erba, e mi sentivo viva, e anche se ero sola e nessuno dei miei affetti era vicino o raggiungibile, sentivo di averli con me, nel cuore.”
Con Silvia Avallone in “Cuore nero”, ho scoperto un piccolo paesino della provincia di Biella, Sassaia. La storia toccante e intensa di Bruno ed Emilia mi ha davvero emozionato.
Dalle parole dell’amica di Emilia: “Posso dirti una cosa?” Rita l’aveva fissata con calma, i gomiti appoggiati alla scrivania e le mani giunte come se pregasse. “Ora ti sembrerà impossibile. Ma io ti garantisco che tutto passa. E, se non può passare, cambia.”
Ne “Le Braci” Sándor Márai, narra una storia di amicizia e amore o forse meglio definirla una storia che prova ad indagare la vera natura dei rapporti umani, passando attraverso tanti interrogativi. Ad un certo punto del racconto, all’interno di un castello ai piedi dei Carpazi, inizia un lungo monologo e da qui sono stata praticamente “catturata”, pagina dopo pagina. “E poi, in fondo qualcuno ha mai detto o scritto la verità? …Me lo sono chiesto spesso, quando ho iniziato a indagare nel mio animo e nei libri. Il tempo passava, la vita intorno a me cambiava, calava una sorta di crepuscolo. I libri e i ricordi si accumulavano, si infittivano sempre di più.
E ogni libro conteneva un pizzico di verità, e ogni ricordo mi insegnava che è vano cercare di scoprire la vera natura dei rapporti umani, perché la conoscenza non ci aiuterà a diventare più saggi.”
Perché in fondo viaggiare leggendo per me è come sognare ad occhi aperti: “Zia Irene non sapeva nulla di lei, ma l’unica volta che l’aveva incontrata si era dimostrata incredibilmente gentile, comprensiva e generosa, così le era venuto naturale aprirle il cuore.
“Tutti hanno dei sogni, ma solo pochi li tengono segreti come facciamo noi, nella speranza che si avverino” aveva commentato la zia. E quasi sottovoce aveva aggiunto: coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte”. Sono parole di Edgard Allan Poe, un grande scrittore da “Cuore Nascosto” di Ferzan Ozpetek. Buon viaggio ad ogni lettore!
Barbara Marconi