Come quercia da saetta fu colpito
il corpo suo giovane e imponente
S’arrese a quel voler ch’era già scritto
così mi disse l’angel suo custode quella notte
portandolo con sè dentro al Tuo mondo
Or riposa tra terra e cielo e l’aria che respiro
ed ogni istante sa della sua essenza
Di lui rimangon forti l’emozioni
impresse a fuoco al cuore mio come un cesello
ancorata sulla pelle cruda e inerme
l’immagine sua bella e ridente
Lontano dalla carezza dei miei occhi
il viso suo radioso
Privo ormai l’orecchio mio di gaie risa
che ancor rammenta l’eco suo vivace
Or naufraga nell’onda antica il pianto mio accorato
perché…perché… a Te chiedo e ancor non trovo pace
l’ali hai spezzato nel mezzo di quel ciel appena nato
che tutto s’ammantò a chiare luminose stelle
sul giunger suo a Te che l’hai creato
Rosa Leone da Gottolengo (Bs)