APPUNTI SUL LIBRO di Roberto Alborghetti
“Buon pranzo!”. A pochissimi giorni dalla sua elezione a Pontefice, nel primo saluto domenicale alla folla che gremiva Piazza San Pietro – era il 17 marzo 2013 -, Jorge Mario Bergoglio, il Papa “preso quasi alla fine del mondo”, stupì tutti con quell’augurio semplice, ma al tempo stesso rivelatore del suo carattere e del suo stile. “Buon pranzo!”. E’, questa, un’espressione che non solo rimanda alla cordialità e alla fraternità pastorali del Pontefice argentino, ma soprattutto al suo modo di rapportarsi alle persone, alla sua spontaneità nel partecipare alla vita quotidiana di tutti, alla sua sensibilità nel rendere grandi e nobili abitudini e momenti che non sono poi così “scontati”. “Buon pranzo!”. Dietro questa semplice frase – ma semplice solo in apparenza – stanno il mondo di Papa Francesco e il suo stile di evangelizzatore. Non per niente, quell’augurio domenicale, lanciato e rimbalzato attraverso l’etere e la rete, fece notizia. E continua a fare notizia, perché – nel diventare una tradizione – apre ogni domenica una sorta di finestra sull’atmosfera festiva, costruita attorno alle scene delle famiglie impegnate a preparare e cucinare, appunto, il “pranzo della domenica”, ossia il momento principale dell’intera settimana, quello in cui madri, padri, figli, figlie, parenti ed amici, celebrano la bellezza di stare a tavola e di apprezzare le “cose buone” che la tavola può offrire.
Ci volevano un Papa e il suo augurio – mai scontato, proprio perché ripetuto ogni domenica dalla finestra del suo studio del palazzo apostolico – per ricordare, a noi tutti, la felicità, la piacevolezza ed il fascino di essere insieme a tavola, a gustare tutte quelle bontà che mani sapienti hanno “impastato” e guarnito, per la gioia del palato e dell’essere insieme, condividendo momenti ed esperienze. Quell’augurio domenicale, simile o quasi ad una sorta di “benedizione”, ci spalanca la prospettiva sul valore, sull’importanza e sul significato stesso del trovarsi a tavola e del cibo. Diventa paradigma di un’attenzione e di una sensibilità per la qualità della vita e delle relazioni umane. Anche e soprattutto per questo, il “Buon pranzo!” di Papa Francesco ha il sapore della sua missione pastorale, vissuta nel rapporto con le persone, a partire appunto da quelle piccole e grandi cose che fanno parte dell’ordinarietà, della vita di tutti i giorni. Non è stato dunque fuori luogo pensare ad un itinerario alla scoperta di come… “Chef Francesco” (chef, in lingua francese, rimanda anche e soprattutto al significato di “guida”, di “capo”) si rapporta al cibo, nella dimensione propriamente gastronomica – ordita nelle trame del gusto e della scelta dei piatti – e nella valenza di “realtà religiosa” che, nel richiamarsi alle pagine delle Sacre Scritture, mette l’essere umano nella condizione di socializzare, costruire relazioni, trasmettere memoria, cultura e culture. La pubblicazione illustra – con immagini e una singolare documentazione inedita – il rapporto di Papa Francesco con il cibo e l’urgenza di “non scherzare con il cibo”. Senza dimenticare il contenuto della sua Enciclica, Laudato sì’, nella quale non mancano suggestioni e riflessioni sui temi del settore primario, dell’agricoltura, della produzione di alimenti per tutto il pianeta, dell’economia di scala e dei cereali transgenici. Un documento dal quale traspare tutta la sensibilità e l’umanità di un Papa esperto in Chimica dell’Alimentazione. Anche da questo si capisce il significato di quell’augurio che egli ripete ogni domenica: “Buon pranzo!”.
Alborghetti Roberto
Giornalista professionista ed autore di saggi e biografie, ha lavorato nel gruppo Sesaab-L’Eco di Bergamo, dove è stato uno degli ultimi cronisti a formarsi alla scuola di mons. Andrea Spada. A L’Eco di Bergamo si è occupato di attività editoriali per la scuola ed i giovani, ricoprendo anche il ruolo di inviato.
E’ autore di una cinquantina tra saggi e biografie, tra cui “Nessuno è cretino”, l’ultima conversazione-intervista del grande pedagogista Aldo Agazzi. Ha curato i due volumi dell’epistolario di Santa Paola Elisabetta Cerioli (“Lettere di una Madre”) ed ha coordinato l’opera “Lombardia / Introduzione ad una didattica dei territori”). Per la popolare “Collana blu” di Velar-Elledici ha pubblicato testi dedicati soprattutto a protagonisti del cattolicesimo sociale tra Ottocento e Novecento, tra i quali Leonardo Murialdo, Leone Dehon, Antonio Maria Gianelli, Annibale Maria di Francia, Francesco Spinelli, Maria Elisabetta Mazza. Sempre per Velar ha pubblicato tre titoli dedicati al magistero di Papa Francesco: “Francesco” (prima edizione: novembre 2013; aggiornamenti continui l’hanno trasformata in una vera e propria “enciclopedia” su Papa Bergoglio), “Nessuno resti indietro” (2016) e “Come chicchi in una spiga di grano” (2016). Blogger, autore di documentari, si occupa di editoria “educational” (è direttore di Atempopieno – periodico dell’Associazione Genitori Scuole Cattoliche – e di Okay!). Ha ricevuto diversi riconoscimenti giornalistici, tra cui l’European Award for Environmental Reporting (il cosiddetto “Pulitzer europeo” per l’informazione sull’ambiente, 1992-1993). Ha creato “LaceR/Azioni”, un innovativo progetto-ricerca basato sull’osservazione della realtà urbana percepita nei cromatismi dei “segni di strada”, con mostre in Italia ed all’estero.