Cristina López Barrio è nata nel 1970 a Madrid dove si è laureata in legge specializzandosi in diritto d’autore. Ha iniziato la sua carriera d’autrice con una serie di apprezzati libri per ragazzi. Il suo primo romanzo per adulti, La casa degli amori impossibili, ha avuto un grande successo in Spagna ed è stato pubblicato in venti Paesi.
“Nelle segrete della Santa Inquisizione, in una cella angusta avvolta dalle tenebre, una giovane prigioniera dirige lo sguardo verso la fessura, non più grande di un dito, che si apre in una delle spesse pareti e vede che la notte non tarderà a calare sulla città. In quel preciso istante un raggio di luna filtra come la lama di un pugnale, risvegliandone i ricordi più dolorosi.”
“L’accusata non si chiama Isabel de Mendoza, il suo vero nome è Barbara de la Santa Soledad”, questo dichiara Berenguela de la Santa Soledad, detta Berenjena, dinnanzi al Tribunale della Santa Inquisizione a Toledo nell’anno del Signore 1625.
Sollecitata dagli inquisitori, inizia a raccontare la sua storia di orfana, lasciata nella ruota della misericordia dell’orfanotrofio della Santa Soledad a Madrid, e degli eventi che l’avevano portata a conoscere Barbara. All’età di sedici anni, nel 1599, mentre l‘epidemia di peste bubbonica imperversa nella città, lei si occupa di ritirare dalla stessa ruota i nuovi infanti abbandonati e di svolgere i lavori più umili che le vengono comandati. In quel periodo di pestilenza molti erano gli abbandoni ed un giorno si presenta la messaggera dell’Ospedale degli abbandonati con una neonata avvolta in uno scialle di seta azzurra, impreziosito da strani ricami, ed una pergamena segreta. Non vuole affidarla a nessuno, solo, personalmente, a sorella Ludovica; perché così le é stato ordinato.
La bimba non sta bene: ha le manine scottanti di febbre, tumefatte e rosse come salsicce, viene alloggiata nella stanza degli infermi e messa in un giaciglio insieme al piccolo Diego, anch’esso in gravi condizioni a causa dell’estese ustioni sul corpicino. Egli era infatti miracolosamente scampato all’incendio provocato dal padre, un nobile cristiano, poeta squattrinato, rimasto vedovo a causa della peste che suicidandosi col figlioletto voleva liberarsi e liberarlo dalla vita infame che spettava ad entrambi. Il mattino dopo, inspiegabilmente, Diego è guarito. Per la loro condizione di orfani crescono fra le mura della Santa Soledad e tra i due nasce un attaccamento viscerale, indissolubile, che con il trascorrere del tempo si trasformerà in amicizia, amore, conforto, passione e gelosia.
Negli anni però saranno molte le vicissitudini che si frapporranno ed ostacoleranno questi loro sentimenti.
Barbara svilupperà doti straordinarie: le sue mani hanno il dono di guarire o di uccidere. Le sue origini sono avvolte dal mistero, è figlia del peccato, della vergogna ma, ciò nonostante, c’è chi segretamente s’interessa a lei, chi la veglia ed ha già predestinato il suo futuro.
Per le sue pratiche inspiegabili viene deferita davanti al tribunale dell’inquisizione e deve difendersi dall’accusa di eresia. Le deposizioni dei testimoni sono controverse: alcuni la credono una santa, altri, invece, una megera.
Sarà quindi durante lo svolgimento del processo che saranno svelati tutti i misteri, gl’intrighi, le cospirazioni, le tragiche storie d’amore; ricche di segreti, passione, morte, orgoglio e peccato che hanno accompagnato la sua vita e quella dei vari personaggi che ne hanno fatto parte. La ricostruzione storica di quest’opera contribuisce a fissare un’immagine sinistra dell’Inquisizione e a perpetrare la Leggenda Nera spagnola; un periodo davvero buio per la Chiesa Cattolica.
Nella trama la realtà si fonde con le suggestioni della cabala, dell’alchimia e delle pratiche esoteriche, i contrastanti sentimenti di: amore, odio, amicizia, lealtà, invidia e vendetta che legano o dividono i vari personaggi sono tutti elementi che rendono la lettura molto avvincente ed intrigante.
Gaboardi Angela