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PELLE D’EBANO

Bimbo che corri tra arse terre/che nelle tue mani ancor condensi il Paradiso mentre gli occhi tradiscono il tuo cuore fuggi dagl’inferi saltando il deserto e afferra la mano che ora ti porgo Bimbo che di bimbo hai solo l’aspetto tra ferocia e malvagio sei cresciuto più in fretta / con lo sguardo smarrito m’osservi in silenzio / annientando l’essenza che ho dentro Con le braccia allungate e le mani tremanti / cerchi ancor quel pezzetto di cielo sereno / ch’è rimasto tra le nuvole nere di fumo E’ la fame d’amore e carezze più del pezzo di pane che attendi a riempire quel vuoto tu pelle d’ebano e fango scolpito con quel viso che parla in silenzio raccontandomi mille lamenti misti a sogni che come gazzelle son rincorsi fin sopra le stelle Non conosci la pace e il sereno tu, pelle nuda color della terra che trasuda di guerra e terrore irrorando ai miei sensi dolore che incapace mi piego in ginocchio e riunendo le mani in preghiera degli uomini di tutta la terra al Divino io chiedo il perdono Rosa Leone da Gottolengo (Bs)

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