Caro Roberto ad un anno esatto dalla tua partenza, il ricordo e la tua costante presenza sono sempre vivi più che mai. Serio, distinto, signorile, professionale, colto ed un po’ scostante. Questi aggettivi fanno parte dell’immagine che ci hai lasciato. Sicuramente dopo l’adolescenza, gli studi e le prime passioni, abbiamo vissuto i nostri migliori anni, tanto per usare un eufemismo scontato TV. Circa venticinque anni di lavoro in ospedale, tu in prima linea io nelle retrovie, hanno temprato non solo il corpo ma anche lo spirito; con te ho potuto parlare di tutto, se me lo consenti, dal soffritto di cipolla ai grandi temi trascendentali della nostra esistenza terrena. Avevo notato sin dai primi tempi una certa affinità di gusto e pensiero, se pur con le dovute distinzioni che ci possono essere tra un medico proveniente da una grande città ed un ausiliario vissuto nel proletariato di provincia. La musica anni sessanta, il sessantotto, la politica e la storia erano divenuti pane quotidiano nelle brevi pause che il lavoro in corsia ci consentiva. Ricordo con piacere quando per il tuo passato di karateca mi ricordavi la mia presidenza in una società di karate, salutandomi con “Oss”, ultima parola di un lungo saluto nipponico che significa : “grazie maestro per l’insegnamento che mi hai dato”.sicuramente i capisaldi dei nostri brevi discorsi erano le nostre radici, l’istruzione, la cultura e la famiglia in primis. Ho avuto il piacere ed il dispiacere di passare con te gli ultimi giorni della tua giovane vita confortato dall’addolorata e dignitosa sofferenza della tua amata sposa Valeria e dal silenzio innocente del tuo caro figliolo Marco. Queste sono esperienze che lasciano profonde cicatrici nel cuore e nell’anima. Ora ti saluto perché non voglio disturbarti, ma vorrei ricordarti ancora la tua data di partenza :10-10-2010. Quel dieci che si ripete tre volte come le notti che ho passato al tuo capezzale non mi è sfuggito, concedendomi una leggera e onesta ironia: promosso 110 e Lode. Con affetto ed estremo rispetto. Gerevini G.C.Gerry.