Non passa giorno senza che qualcuno dica o senta www, tutto è a portata di mano in questa “enorme ragnatela mondiale” (World Wide Web). Viaggi, impari ricette etniche, ti svaghi giocando con milioni di persone contemporaneamente. Puoi essere in diretta al festival del cinema di Berlino o addirittura nella stazione orbitante russa. Vedi che tempo fa a Bali grazie ad una web-cam, o se preferisci puoi controllare cosa combina tuo figlio all’asilo.
Il diario, che è sempre stato considerato segreto, ora è messo on-line (blog), ti piazzi una web-cam in casa così che tutti possono vederti 24 ore al giorno, e se crei questo tuo sito a pagamento diventa un modo di far soldi senza troppa fatica. Senza calcolare le possibilità di visionare merci prodotte in tutto il mondo, di partecipare ad aste, conferenze, leggere la tua rivista preferita, contrattare il prezzo di un tappeto persiano con il beduino seduto nella sua tenda senza neppure uscire da casa. Basta selezionare l’icona del carrello e via allo shopping come se tu fossi veramente nel negozio.
Non ci sono limiti, un computer, una linea telefonica e sei connesso con il mondo.
Una macchina, la sola con la quale hai dei contatti fisici, una tastiera apparentemente fredda ed un monitor diventano i ricettori dei tuoi sensi. Vedi con occhi digitali, interagisci con realtà virtuali e non assapori più la quotidianità. E’ il progresso! E’ facile ed immediato, ma, a mio avviso, forse è un pò troppo asettico, veniamo sterilizzati dalle emozioni di partecipare in prima linea alla vita.
Ci lamentiamo che non abbiamo più sensazioni. Siamo talmente abituati a vedere ciò che ci circonda attraverso un video che sembra non riguardarci più, come se fosse solo un programma per pc. Probabilmente questo nuovo modo di interagire che sembra far parte del nostro DNA non è la cosa più naturale al mondo.
L’universo tecnologico e informatico da poco più di un ventennio ci collega a tutto ma forse allo stesso tempo ci separa da tutto.
Chantal
