Sicuramente sarà capitata a tutti una giornata in cui va tutto ma proprio tutto storto; la mia ultima giornata nera in ordine di successione e che purtroppo ha coinvolto anche persone a me care, è avvenuta poco più di un anno fa. Alle 07.30 e per tre volte la settimana mia moglie parte per Fiesse dove risiede la mia Cara mamma ultranovantenne e non più autosufficiente per aiutarla nelle più elementari mansioni (questo compito viene equamente diviso tra mia sorella e mia cognata), ma la nostra auto quella mattina aveva una gomma a terra; miseriaccia ladra, avviso la nostra figliola (la sua bambina piu piccola frequenta il nido proprio in quel paese) e le dico di passare a prendere sua madre visto che transita proprio davanti casa nostra per andare all’asilo.
Nel frattempo telefono alla nostra autofficina, però il titolare mi risponde che fino all’indomani non poteva venire perché oberato di lavoro. La cambio io la gomma (ho pensato) d’altronde non era la prima volta, tiro fuori tutto l’occorrente dal baule, sistemo il Cric sotto l’auto, alzo un po’ e comincio a svitare ma la chiave a gomito gira a vuoto, essendo fatta di un acciaio sicuramente non eccelso, era diventata tonda e non svitava i bulloni; ecco allora che mi vedo costretto a disturbare mio genero, essendo contitolare di una azienda agricola, in quel periodo era impegnatissimo nei campi, ma nonostante ciò mezz’ora dopo era già a casa mia col suo furgone aziendale e tutta l’attrezzatura necessaria.
Entriamo nel mio garage ed in pochi minuti, grazie alle sue chiavi professionali, svita i bulloni, dopo di che bisognava sollevare la vettura ulteriormente per staccare la ruota, gira la manovella e per far maggior forza su di essa, appoggia la mano sinistra sul Cric; sono solo riuscito a dire: “togli la man…” in quel momento il basamento del Cric (che poggiava sulle piastrelle del garage ) è scivolato e l’auto è caduta sulla mano di mio genero; le urla di Andrea hanno letteralmente fatto tremare l’intera casa, non sapevo cosa fare, ho cercato di sollevare la macchina con tutte le mie forze, ero nel panico totale, è stato mio genero nonostante il dolore disumano che stava sopportando, a dirmi: “batti qua, batti quaaaaaaaa !!” Ho preso dal furgone una lunga leva di ferro ed ho cominciato a martellare nel punto indicato da Andrea, in quel momento è arrivata mia figlia con in braccio la bambina di 2 anni (l’aveva portata all’asilo ma poco prima d’entrare la piccola ha vomitato e logicamente non l’ha lasciata al nido).
Passando sulla strada ha sentito delle urla terrificanti, e così entrambi hanno assistito alla scena. Finalmente dopo almeno 5 o 6 minuti di martellare furibondo, il Cric è finto sotto l’auto e la mano di mio genero è tornata libera; sul dorso aveva un profondo solco ma se la mano non è rimasta maciullata, probabilmente è dovuto al fatto che la carrozzeria è leggermente rientrata quando è caduta sull’arto di mio genero. Mia figlia nonostante la tragica situazione (ed il pianto disperato della sua piccola che aveva assistito alla scena) ha avuto la lucidità di dirmi d’andare a prendere subito un asciugamano, bagnarlo in acqua fredda ed avvolgere la mano di Andrea; poi la corsa all’ospedale di Asola. Avrei voluto accompagnarli io, ma non riuscivo a stare in piedi, ero stravolto ed ho cominciato a barcollare, sia lei che Andrea m’hanno detto di andare subito a stendermi sul divano.
Ho raccomandato alla mia figliola di guidare con prudenza, era molto scossa, in quelle condizioni temevo potesse andare a sbattere, ma appena uscita dal cancello la loro auto è sparita, sembrava l’astronave di Guerre Stellari quando scompariva nell’iper spazio. Sono risalito in cucina dalle scale del garage, ma gli ultimi gradini non riuscivo a superarli, non comandavo più le gambe, appena entrato in casa ho cercato di fare qualche passo per scaricare la tensione, ma i muri hanno cominciato a girarmi attorno, sono cascato in terra come un sacco di patate, fortuna che ho sbattuto la testa sul bracciolo del divano prima di finire sul pavimento, il colpo è stato così di molto attutito. Sono rimasto sdraiato a terra guardando il soffitto che girava, la faccia, le orecchie e la fronte bollivano, mentre il cuore ormai senza controllo lo sentivo esplodere nelle tempie; ho pensato veramente di essere arrivato al mio ultimo istante.
Dopo tanto tempo ho cominciato a respirare normalmente, il battito cardiaco sembrava tranquillizarsi, mi sono rialzato, non era ancora arrivata la mia ora; ho telefonato al mio consuocero avvisandolo di quanto era capitato a suo figlio. Quando assieme al suo secondogenito sono venuti a riprendere il furgone, mi sentivo proprio una merda, in fin dei conti la responsabilità di quanto accaduto era mia, e loro vedendomi in uno stato a dir poco pietoso, hanno cercato di rincuorarmi: “è stato un incidente, adesso è inutile darsi delle bastonate in testa, speriamo solo che la mano non sia ridotta male” – hanno caricato gli attrezzi sul furgone e sono ripartiti. Poco dopo le 13.00 mia figlia di ritorno dal pronto soccorso è entrata con l’auto nel cancello per aggiornarmi: è stato un sollievo vedere che suo marito era con lei, fortunatamente non si era reso necessario il ricovero, anche se la mano sinistra era completamente bendata da una apposita fasciatura che proseguiva fino al gomito, solo il pollice era scoperto; è stato lo stesso Andrea a dirmi che in fin dei conti poteva andare peggio, erano presenti delle microfratture ma secondo i medici sarebbero guarite perfettamente col tempo; prima che partissero mi sono avvicinato al finestrino posteriore dell’auto per salutare la nipotina, ma lei ha urlato che ero cattivo perché avevo fatto male al suo papà, e questo si è ripetuto per molti giorni a venire; d’altronde come dargli torto dopo quello che aveva visto?
Poco dopo è arrivata mia moglie riportata a casa da mia cognata, appena entrata con gli occhi fuori dalla testa ha gridato: “cosa è successooo ??” e lì ho capito che nostra figlia gli aveva già telefonato, logicamente gli ho spiegato tutto per filo e per segno.
Arriviamo alle 16.00 del pomeriggio, decido di telefonare al nostro meccanico (il mattino seguente l’auto serviva a mia moglie per recarsi dall’ortopedico: visita specialistica al ginocchio), gli racconto dell’incidente e lui rimane mortificato, al punto che pianta quel che stava facendo ed in 10 minuti era già a casa nostra col compressore d’aria. Si dice profondamente dispiaciuto per l’accaduto, se fosse venuto subito si sarebbe evitato l’incidente ma lui come poteva prevederlo ? Ha gonfiato la gomma e poi mi ha detto di seguirlo subito in officina, essendo distante solo 2 km ci sarei arrivato tranquillamente, infatti pochi minuti dopo ed ero già nel suo laboratorio, ma smontata la ruota ha appurato che sul fianco interno c’era un taglio di almeno 4 centimetri che con i suoi mezzi non poteva assolutamente riparare, mi ha così consigliato un gommista specializzato di Isorella, m’ha spiegato la strada (subito dopo l’Italmark per andare a Ghedi).
Ha montato la ruota e rigonfiata, raccomandandomi di partire subito (più di 10 minuti non avrebbe tenuto) gli ho chiesto quanto gli dovevo e lui (forse sentendosi un po’ in colpa per quanto accaduto) m’ha detto: “assolutamente nulla” – allora ho preso il portafoglio (volevo dargli almeno 20 euro), diciamo che ho cercato di prendere il portafoglio, ma dalla fretta di arrivare in officina seguendo il meccanico ero partito senza, e non solo, avevo dimenticato pure il cellulare.
Ma porcocane, se la ruota si sgonfia prima di arrivare ad Isorella come faccio ad avvisare qualcuno? Con i segnali di fumo ? – Parecchio agitato di rimanere a piedi sono andato a velocità leggermente sostenuta (secondo me avrei potuto fare a meno delle ruote; l’auto non toccava terra). Arrivo ad Isorella, subito dopo l’Italmark metto la freccia a sinistra, ma dove cacchio sta la strada che porta al gommista ??
Così vado avanti parecchi chiilometri; la ruota cominciava a sgonfiarsi, in simultanea i miei marroni cominciavano a scoppiare, trovo un piazzale e riesco a fare dietrofront, se non avessi lasciato a casa il cellulare m’avrebbe guidato lui dal mago delle gomme; finalmente arrivo nella zona industriale di Isorella ma imbocco la strada sul retro delle fabbriche ed il nome che le distingue sta sul davanti, dove leggo gommista ? Fermo un anziano signore e chiedo informazioni: “destra poi sinistra, poi destra e ancora a sinistra” – bonanatte al secchio e intanto la gomma era quasi a terra; finalmente ho visto dei pneumatici impilati fuori in un piazzale retrostante una moderna officina e sono entrato. Appena il titolare m’ha visto mi fa: “ma non dovevi essere qua da una mezz’oretta ? Il tuo meccanico mi ha telefonato quando sei partito dalla sua officina, dove sei finito?” – “Lascia stare che oggi è proprio una giornata di merda” e gli racconto tutto quel che mi era capitato fino a quel momento; ma le liete sorprese non erano finite, dopo aver smontato la ruota mi informa che il pneumatico non poteva essere vulcanizzato (troppo grande il taglio) ma non solo, non poteva sostituire solo la gomma di sinistra, doveva cambiare entrambi i pneumatici anteriori.
In quel preciso istante ho sentito una vampata di gioia ed entusiasmo piombarmi addosso, ho chiesto al gommista se potevo andare a piangere in mezzo ai pomodori (sul fianco dell’officina c’è un bellissimo orto curato dal suocero del meccanico) tra le alte frasche di quella nobile verdura non mi avrebbe visto nessuno – “ascoltami, non c’è bisogno di disperarsi, ti faccio un prezzo stracciato, dopo quel che ti è capitato non voglio darti un’altra mazzata” – “devo informarti che ho lasciato a casa il portafogli, se ti dico che vengo a pagartele domani ti fidi ?” – “nessun problema, se il mio amico Giacomo ti ha mandato da me è perché sei una brava persona”.
In un tempo piuttosto breve la mia auto aveva le “scarpe” anteriori nuove, ho salutato il gommista rassicurandolo sul fatto che all’indomani sarei andato a saldarlo. Arrivato a casa la mia mogliettina era preoccupata, 3 ore che ero in giro per far riparare una gomma senza far sapere niente; – “ho dimenticato sullo scaffale del nostro garage telefono e portafogli, senti Giovanna, ti spiego tutto dopo, adesso vado a portare 20 euro a Giacomo, il nostro meccanico”. Alle 19.00 circa ero in officina, il titolare non ne voleva sapere di accettare i soldi, diceva di aver solo gonfiato la ruota e lui era contento così, allora sono entrato in ufficio e li ho lasciati sulla scrivania della segretaria che però mi ha rincorso e rimessi in tasca, li ho ripresi e lasciati sul banco delle chiavi, ma mentre stavo facendo la retro con l’auto, Giacomo mi ha aperto la portiera e buttato i 20 euro in macchina.
A questo punto, Gnari, contenti voi, contentissimo io, il mio dovere l’avevo fatto e me ne sono tornato a casa; finito di spiegare i fatti alla mia consorte se n’è uscita dicendo: “spilorcio come sei, immagino quanto avrai insistito” – “vaccocane, dovevo inseguirlo e ficcargli i soldi nel cu… ? Senti Giovanna, non discutiamo per stronzate simili, è stata una giornata terribile, cerchiamo di chiuderla meglio di come è cominciata”.
Il giorno seguente sono andato a saldare il gommista di Isorella e come mi aveva promesso, nonostante le ultime gomme arrivate fossero già aumentate del 20%, mi ha applicato i prezzi del vecchio listino, il signor Tiziano si e dimostrato non solo un serio professionista (nella sua officina vige un ordine ed una pulizia encomiabili) ma anche una persona onesta.
Sono passati 14 mesi da quella terribile giornata nera, unica nota negativa rimasta sono le urla di mio genero che ogni tanto scuotono il mio sonno, ormai perennemente agitato, ma per il resto tutto si è sistemato nel migliore dei modi: la mia nipotina è tornata ad abbracciarmi con un tale affetto da farmi sempre emozionare; la mano sinistra di mio genero funziona perfettamente, anzi, 4 anni fa si era tagliato 3 dita con la motosega e nonostante una delicata operazione non riusciva a muoverle come prima, adesso dopo lo schiacciamento della mia auto, le ossa si sono riallineate; apre e chiude la mano che è una meraviglia. Il tempo pian piano sistema le cose, non abbattiamoci quando tutto sembra andare storto, accogliamo il domani con positività, e la fortuna, di noi, non si dimenticherà.
Giordano