Olio su tela 90×65
Immaginatemi dunque nell’ozio, tranquilla e felice, sdraiata su un ponte imbottito di cuscini, riscaldata sempre dai raggi del sole, cullata da una dolce brezza indolente.
Tuttavia, pur stando così le cose, non si può nascondere che in qualche modo devo essere caduta in acqua, oppure che alla fine ci deve essere stato un naufragio. Ricordo troppo bene un tempo, un lungo tempo, di freddo, di pericolo, di lotta. Ancora oggi, quando ho un incubo, sento contro il viso e nella gola l’impeto delle onde, l’asprezza del sale, una pressione fredda sui polmoni.
So anche che ci fu una tempesta, e tale che non dura solo un’ora o un giorno.
Per molti giorni e molte notti non si videro né il sole né le stelle; governammo la nave con le nostre mani per evitare il peggio; una violenta burrasca incombeva su di noi; ogni speranza di salvezza era smarrita. Alla fine la nave fu salva e l’equipaggio visse. Se ben ricordo, non mi lamentai con nessuno di tutte queste disgrazie.
Del resto, con chi mi sarei potuta lamentare?
Jessica Tomasoni