La Ferrari di cui vi parlerò oggi è forse una delle più rare ed esotiche vetture mai prodotte.
Destinata come spesso accadeva ai tempi, a rimanere un esemplare unico. Pensato, ordinato e creato esattamente ricalcando i desideri del proprietario. Tutto ebbe inizio nell’inverno del 1950, da una parte i sogni, la passione ed il denaro di una delle famiglie più facoltose del paese, i Marzotto. Dall’altra il mito, la Ferrari.
Giannino Marzotto compra per circa sei milioni di lire, cifra astronomica per l’epoca, due telai della nuova Ferrari motorizzata con un V12 da poco meno di 2,6 litri, mono carburatore da 156 CV di potenza con il fine ultimo di avere una spider e una coupe.
Il nome della vettura non è casuale, perchè nelle intenzioni del facoltoso proprietario c’era l’idea di avere a progetto ultimato una creazione che fosse anche estremamente aereodinamica, tondeggiante e filante.
Leggerissima con un peso di meno di 900 kg, grazie anche all’utilizzo di materiali leggerissimi e molto all’avanguardia per i tempi.
Il motore era opera di un’altra leggenda di Maranello, l’ing. Gioacchino Colombo.
La potenza fu poi elevata sino a 180 CV consentendole di sfiorare (siamo nei primi anni 50) i 235 km/h. Velocità raggiunta durante il giro di Toscana del 1951.
Numeri pazzeschi, se rapportati anche alle strade di allora che di certo non erano come quelle odierne ma portavano con sé molte più insidie, sconnessioni e pericoli.
Numeri a parte ciò che colpisce di più di questa straordinaria one off sono le linee, così insolite ma allo stesso tempo armoniose.
Mai nessuna auto a mio avviso è stata tanto avanguardista e folle ma allo stesso tempo bellissima. Al posteriore, bellissimo, troneggia il cupolino in vetro sotto al quale è fissato tramite cinghie in cuoio la ruota di scorta.
La disegnò Franco Reggiani e la produssero le carrozzeria Fontana, montando sul telaio una carrozzeria per intero in alluminio.
Il motore era quello della 212 Export.
L’uovo era bicolore: azzurro cielo nella parte superiore e blu nella parte inferiore della carrozzeria. Si narra che al Drake non piaque.
Marzotto che fece creare questa vettura insieme alla spider la “Carretto siciliano” così la chiamavano esclusivamente per vincere nelle corse, riuscì nel suo intento in quanto le due vetture risultarono sempre molto competitive e veloci nelle varie competizioni a cui presero parte. Auto come queste non ne vedremo mai più, ormai il mondo delle quattro ruote va verso i titoli di coda. Le automobili non esisteranno più così come le abbiamo sempre intese, diventeranno dei semplici mezzi per spostarsi da un punto ad un altro. Sempre più autonome, prive di personalità, scialbe e tutte uguali.
L’uovo di Marzotto resterà per sempre una delle macchine più folli e meravigliose di sempre.
Quanto vale? Prima che venisse posta in asta si parlava di cinque milioni di euro…
Al netto del valore intrinseco ha un valore assoluto a livello di bellezza ed ingegno non quantificabile a mio avviso ed è questo a renderla preziosa ed eterna, molto più di qualsiasi cifra scritta su un assegno.
Antonio Gelmini
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