Inaugurata giovedì 20 giugno la V^ edizione di “ScopriAmo Montichiari” a cura di Pro Loco Montichiari. Il Presidente I. Morabito ha ringraziato il Comune di Montichiari e tutti i volontari che collaborano a questi eventi.
”STORIA DEL VASO REALE, i 3 MULINI e i 3 INNOCENTI”. Relatrice Adriana Mori, al pianoforte la M.a Valeria Sinico, insegnante della Scuola d’Archi Pellegrino da Montechiaro, che ha eseguito brani suggestivi.
Il nome Vaso Reale deriva dal latino e significa: scavato lungo le rive, cioè negli scoscendimenti del fiume Chiese, per fornire riserva d’acqua ai mulini, che si distinguono in Antico, che prendeva l’acqua dal Vaso Reale a nord, dal Ponte del Chiese del Centro Fiera fin dietro la Filanda; quello Nuovo che dal 1000 al 1400 prendeva acqua dalle “Camere” verso la frazione Campagnoli; quello Attuale che dal 1500 cambiò ancora derivazione con una sola bocca grande dal Chiese per tutto il paese, anche per le attività agricole. Furono costruiti prima il mulino di mezzo e il mulino di sotto, molto dopo il mulino di sopra, detto della “ràsega” (perché vicino a una segheria) e della macina d’olio.
Lo Statuto Comunale aveva regole molto rigide per i “molinari”, che venivano scelti dalla Vicinia (Consiglio di uomini saggi); il grano macinato era messo in sacchi e portato a vendere dagli asini guidati dai Famigli (uomini fidati). 1/16 era il compenso sulla quantità per il mulino, di questo 1/3 al mugnaio, 2/3 venduto a prezzo scontato ai poveri. I mulini crearono l’economia del paese fino al 1800, ma durante le guerre furono saccheggiati. Ora purtroppo il Vaso Reale, per molti tratti cementato, è sporco per incuria, come in generale tutti i corsi d’acqua.
da sx M.o Piacenza, M.a Sinico, I. Morabito, A. Mori
Legata ai mulini è la tragica storia della morte dei 3 innocenti, il 5 gennaio 1705, durante la guerra per la successione al trono di Spagna e le valli bresciane erano campo di battaglia di spagnoli, francesi e austriaci. Una bella ragazza, Lucia Mura, stava lavando i panni al lavatoio del mulino di mezzo, quando 7 soldati francesi la presero e la violentarono. Il fidanzato e i mugnai intervennero e ne uccisero 4. La versione raccontata dai 3 superstiti però creò confusione tra mulino di mezzo e macina d’olio.
Per questo il comandante mandò i soldati alla macina d’olio, dove arrestarono un figlio del proprietario e 2 figli del macinatore, estranei però ai fatti. Il popolo insorse e chiese aiuto all’Abate Fracassino, che andò a Castiglione delle Stiviere dal comandante Vendome a chiedere la grazia per i 3 giovani. La ottenne, ma quando tornò a Montichiari, i 3 erano già stati impiccati ad un gelso.
Poco distante dal luogo del fatto, in via Trieste, c’è ancora una croce in pietra a commemorazione dei 3 innocenti. Lucia dal dolore si chiuse in casa di una zia, uscendo solo la sera per accendere un lume sotto quel gelso. A chi passava nei pressi, di sera, sembrava che fossero le 3 anime che tornavano sul luogo della loro morte. Un tempo i cantastorie giravano nei paesi a raccontare storie come questa. Anche i fondatori della compagnia dialettale monteclarense “Cafè dei Piöcc” (A. Desenzani, B. Boschetti e P. Mura) cantarono nei loro spettacoli la toccante “Balada dei 3 inocenti”. In questa serata è stata intensamente recitata da Adriana Mori e Roberto Lusardi (attori in questa e altre compagnie dialettali). Il tema dell’acqua del Vaso Reale e del fiume Chiese sono più che mai attuali, così come purtroppo le guerre.
Ornella Olfi