Bontà ed armonia,
senso di leggerezza
quella che vestiva Camillo
l’anima sua faceva
rifulgere di candore.
Madida di sudore la fronte
farina fra le mani
odore di buono, serpeggiava
annidato fra le pieghe
di grembiuli sgualciti.
L’alba salutava,
la vita omaggiando,
col lavoro onesto e laborioso,
svolto con infinito amore.
Da piccina, andavo lesta nel negozietto in fondo alla via,
per comprare pane fresco,
la fragranza inzuppava
il paesello facendo nascere,
negli animi, nelle membra tese fra i polpastrelli, desiderio di saziarsi a piene mani.
Dalle stalle giungevano
muggiti di vacche, fragranza di latte appena munto, nella cui morbidezza soffice elasticità,
vecchi mandriani,
inzuppavano pane fresco.
Il pane di Camillo
nonno Cecco l’arricchiva
con uova fresche or colte nel pollaio ed una spruzzata di vino rosso. Il sorriso di Camillo,
la sua bontà, restano
a distanza di anni immuni dall’usura del tempo
orme felici da ripercorrere con lentezza riassaporando la magia di un baule di ricordi.
Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste