Le case di una volta avevano pareti e soffitti ingrigiti dalla fuliggine della legna bruciata nel camino o nella stufa. Di modesta qualità gli arredamenti abbelliti con centrini lavorati all’uncinetto, semplici soprammobili e fotografie degli affetti più cari che non c’erano più o immortalati nelle ricorrenze ufficiali. Sfiziose tendine alle finestre e fiori sui davanzali ad abbellire muri esterni scrostati dal tempo. La fantasia, l’amore e il famoso olio di gomito delle mamme davano quel tocco che rendeva accogliente e decorosa anche la casa più umile. Nelle case di una volta infatti la presenza fissa era la mamma: aspettava sempre tutti e per tutti c’era un “piatto” di buona accoglienza, il tempo e la predisposizione d’animo per ascoltare confidenze a ogni ora.
Tanto amore per il marito, i figli e anche per i nonni, spesso conviventi.
Questa era la normalità per la maggior parte delle ragazze che sposandosi si caricavano sulle spalle la responsabilità di gestire famiglie allargate, con tanti sacrifici, ma scarse esternazioni di riconoscimento da parte del marito per la loro mole di lavoro.
Educazione di generazioni in cui i doveri principali dei maschi erano portare a casa lo stipendio e prendere decisioni importanti.
Il delicato e difficile compito di crescere, educare, accompagnare i figli quotidianamente nelle varie fasi di crescita, sia fisica che psicologica, era affidato alle mamme, così come il buon andamento della casa, risparmiando all’inverosimile per vivere con dignità. A pensarci ora, era un modo di vivere che sembra lontanissimo e quasi impossibile, invece è solo di pochi decenni fa!
Negli anni abitudini, mentalità, esigenze, possibilità e comodità sono molto cambiate.
Gli elettrodomestici ora sono un buon aiuto per le faccende domestiche, gli arredamenti in generale sono di buona qualità, è migliorato il tenore di vita, grazie anche al contributo economico di molte donne, che hanno un lavoro extra casalingo. Come sempre per ogni situazione c’è il risvolto positivo, che in questo caso è la giusta realizzazione personale delle donne, ma c’è pure quello negativo, cioè la vita di corsa con cui queste mamme devono gestire casa e figli, con una rincorsa contro il tempo che lascia troppe volte ben poco spazio all’ascolto reciproco dei familiari.
Ognuno, soprattutto a pranzo, ha orari diversi o non torna neppure a casa; a cena tra tv accesa, cellulari, fretta, stanchezza, si sta seduti a tavola poco e si parla ancora meno.
Ricchi di sentimenti sono i ricordi di quel mondo, ma senza vivere troppo nel passato, è bello ogni tanto ritornarci con la mente, trattenendo con orgoglio e riconoscenza ciò che si è imparato e che non passa mai di moda: princìpi e valori tramandati dalle nostre mamme, pur adattandoli alle trasformazioni inevitabili della vita odierna.
Olfi Ornella