La vidi per la prima volta.
e mi chiesi se fosse quella,
la ferita insanabile che si portava dentro.
La stessa che si nutriva del suo dolore,
che lo induceva a cercare disgrazie,
che costellava il suo corpo di cicatrici
come un incubo dai tanti sorrisi.
Forse un giorno avrei capito
che la sofferenza ha molti nomi,
ma una sola, unica voce, e canta una canzone
che soltanto il cuore può sentire,
un’armonia di note silenti
udibili solo a chi ha sofferto altrettanto.
Jessica Tomasoni