Fa tinnire l’animo
dal profondo sussultare
l’improvvisa mancanza
dopo lunga sofferenza
della cara Maura.
Giovane donna, madre,
fiore delicato, colto anzitempo
da mano divina.
Mille gli interrogativi, che sorgono
mettono in dubbio
le braccia fanno traboccare
d’ incertezze dalla fauci allargate.
Ed è nulla, tutto boato, carezza
quella che vorrei donare
quella che vorrei giungesse
indivisa, fra le volte celesti
per farsi bruma e pioggia
tuono e lampo, presente e passato
eterno e sempre.
La fede insegna ad aver fede
affidando nelle mani del Padre
sofferenze e mancanze
dolori e passioni, fragilità presenti.
La fede insegna
a volgere oltre lo sguardo
facendo l’occhio
scorrere
lungo pendii scoscesi
per rincorrere onde in spuma
abbandonarsi al candore della neve
lasciarsi baciare l’ultimo raggio di sole.
Tinto di rosso
il vello
striature oblique
a mezzo tagliano
il cielo
nel mezzo
scie dorate
entro cui far scorrere
polpastrelli tesi
per ritrovare
per incanto
la bellezza di un sorriso
il tuo cara Maura.
Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste