Questo anomalo inverno, in cui di freddo ce n’è stato davvero poco, ha già lasciato il posto ad una precoce primavera…finora, anche se è meglio essere cauti. Dice infatti un vecchio proverbio che “èl calt e’l frèt j-a maja gnà ‘l luf”, come dire che seppur un po’ in anticipo o un po’ in ritardo, sia il caldo estivo che il freddo invernale comunque arrivano, perciò non bisogna illudersi e soprattutto in questo periodo non aver fretta di alleggerire l’abbigliamento.
Può darsi infatti che queste temperature molto gradevoli siano una breve parentesi, ma intanto godiamoci le giornate limpide, con un bel sole tiepido, che invitano a stare all’aperto. Mio marito, io e la nostra cagnolona Lola veramente siamo abituati ad uscire ogni giorno, con qualsiasi temperatura, soprattutto lungo il fiume Chiese. In ogni stagione lungo le sue sponde ammiriamo tante bellezze, perché osservando bene, c’è sempre da stupirsi di ciò che regala la natura. Quest’anno, merito appunto di un febbraio molto mite, ai lati dei sentieri sono già fioriti i crochi, delicati fiorellini lilla, dai pistilli arancione.
Una volta i bambini mangiavano i loro bulbi, in dialetto chiamati “le masüchine” ed è rimasto il nome dialettale di questi fiori. Sono la prima fonte di cibo per le api, pertanto preziosi e da rispettare. Dall’autunno fino a primavera spiccano sui cespugli nudi delle rose canine le bacche rosse e anche queste una volta si mangiavano.
Più avanti su questi rami ci sarà un’esplosione di meravigliosi fiori rosa, comunemente chiamate rose selvatiche, dalle molte proprietà benefiche, perciò usate in fitoterapia. Sia sulle rive del Chiese che nel prato antistante la Pieve di San Pancrazio e nei dintorni, sul colle, durante tutto l’inverno abbiamo ammirato pratoline e violette, che di solito sbocciano in primavera, così come nel prato di casa mia, insieme a qualche rosa fiorita fino a dicembre. È proprio strano questo clima, che ogni anno sconvolge i ritmi di vegetali, animali e pure i nostri. Chi non è giovanissimo ricorda innanzitutto stagioni ben distinte, con inverni molto rigidi, brina persistente anche nelle ore centrali del giorno, nebbie fitte già da fine ottobre, abbondanti nevicate. Le colpe di questi cambiamenti sono molteplici e sarebbe giusto che a spiegarcele fossero gli esperti, non chiunque, come si sente troppo spesso in molte trasmissioni tv.
Da inesperta io cerco solo di cogliere i particolari affascinanti in ogni stagione e in ogni paesaggio…e non finisco mai di meravigliarmi.
Olfi Ornella