Scomparsa nel febbraio scorso – La ricorda Marino Marini
Erano i giorni del Festival di Sanremo e quasi tutte le notizie di quei giorni, passavano quasi in silenzio. E’ successo così il 7 febbraio, quando dopo una malattia è deceduta Maria Fida Moro, figlia di Aldo Moro. Lui grande statista dell’Italia, fu assassinato dalla Brigate Rosse, dopo 55 giorni di prigionia, il 9 maggio 1978.
Prigionia che era iniziata i 16 marzo, quando il presidente della Democrazia Cristiana, venne rapito in Via Fani a Roma, con l’uccisione dei cinque uomini della sua scorsa. Omicidio che segnò la storia dell’Italia.
Maria Fida è la prima di quattro figli, oltre a Lei Anna, Agnese e Giovanni, aveva 77 anni compiuti nel dicembre scorso, era stata anche senatrice, eletta nelle fila della Democrazia Cristiana nel 1987, che aveva poi lasciato, passando in più partiti, con l’impegno e le battaglie per trovare la verità, anche sulle responsabilità per la morte del Padre. Era la mamma di Luca, il nipotino a cui Moro durante la prigionia inviò una tenera lettera. Il suo rapporto con la politica è stato definito tormentoso. Io ebbi a conoscerla in uno dei momento, del suo impegno politico quando per un certo periodo nel 1986 diresse una rubrica di lettere su: ”La Discussione” un diffuso ed importante settimanale nazionale della Democrazia Cristiana.
Allora nei suoi scritti, così come nel girovagare per ricordare il Padre, forte era l’incoraggiamento ai giovani, li sollecitava a credere in loro stessi ed a impegnarsi, per la realizzazione di una società più giusta e più umana. Di Lei apprezzai idee e pensieri, che pubblicava in quella rubrica.
Ebbi a scriverle nell’aprile del 1986, chiedendole di sostituire la foto in quella rubrica, troppo seria. Nella nota inviata la ringraziavo della rubrica in cui portava “aria veramente cristiana” necessaria nel nostro settimanale. “Le sue parole seppur riflettenti una situazione non certo facile, mi pare che diffondano serenità e gioia cristiana. In tal senso ritengo vada sostituita la sua foto per adattarla, al suo animo di perdono e quindi di sorriso. Se passa da queste parti, potremmo trovarci con pochi “ma veri amici” non platee di tessere che si nascondono dietro lo scudo crociato”.
Non pensavo certo di poterla incontrare poco temo dopo, quando il 22 giugno Lei era presente con l’on. Mino Martinazzoli a Concesio, per ricordare il Padre On. Aldo Moro. Mi feci riconoscere, presente anche mia Moglie, e mi pose il suo autografo sul giornale, dove chiedevo di sostituire la foto.
Di quell’incontro fece cenno su “La Discussione” del 14 luglio scrivendo: “Ero a Messa a Concesio, ho conosciuto uno dei lettori della “Discussione”, che mi aveva scritto chiedendo, tra l’altro, il cambio di foto. Ed è venuto da me insieme al numero della rivista che riportava la sua lettera. Mi ha fatto piacere dare un volto -ed è la prima volta che mi capita- ad uno di coloro che scrivendomi fanno vivere questa rubrica”. Insieme pubblicava anche una fotografia nuova.
Con Lei non mantenni una conoscenza privata, condividendo il suo pensare espresso sul settimanale democristiano, sopra richiamato.
Nelle Elezioni Comunali di Brescia del 1991, Maria Fida Moro, già senatrice, viene eletta come consigliere comunale di Brescia, frutto della sua candidatura come indipendente nella lista di Rifondazione Comunista (quasi subito dissociatasi dallo stesso).
Visto le varie difficoltà per eleggere il Sindaco, con una lettera al Giornale di Brescia del 26.01.1992, proposi che poteva essere Lei il Sindaco giusto, visto il suo passato di democristiana. Un mio pensiero, sul quale non mancarono vari rimproveri al sottoscritto, con qualche telefonata di buon mattino, quando non avevo ancora letto la lettera sul giornale.
Comunque il nuovo Sindaco di Brescia di quel gennaio 1992, eletto è stato Gianni Panella con due voti determinanti, uno dei quali di Maria Fida Moro.
Pensando a Lei è stato facile per me tornare su quei lontani e tragici giorni, rivivere momenti in cui ebbi a conoscere o a ricordare Aldo Moro, o come dopo 30 anni dalla sua morte organizzare con amici a Mezzane una Mostra il 25 aprile del 2008, unitamente ad alcuni manifesti che richiamavano frasi ed idee dell’On. Moro.
Con una lettera l’altra figlia Agnese Moro, esprimeva la sua gratitudine per quella Mostra e per il ricordo al Padre.
La ritrovai più di una volta ai Convegni di Castenedolo, ed in un’altra occasione quando appose il suo autografo sulla citata lettera.
Non erano mancati alcuni incontri, come uditore in Convegni a Brescia, presente il più giovane dei figli Giovanni Moro.
Foto di copertina: 2008 – Mostra a Mezzane di Calvisano