La prima serie della Porsche Cayenne fu una vera e propria rivoluzione per la casa di Stoccarda. Siamo nel 2003, nel mondo dell’auto si è affacciata da poco una nuova categoria di auto che da lì in avanti sarebbe entrata sempre più di prepotenza nei listini delle case, i Suv.
La prima a lanciare il proprio modello fu nel 1997 la Mercedes con la ML, a seguire la X5 nel 1999 di BMW e poi la Porsche Cayenne, prima serie nel 2003, anno ricordato da tutti per una delle estati più torride di sempre.
Erano gli anni in cui le ragazzine indossavano i pantaloni a zampa, in tasca avevamo i Nokia 3310 e le crisi finanziarie piuttosto che le pandemie si studiavano sui libri di scuola. In quegli anni la corsa al downsizing nei motori non esisteva, le auto di fascia alta tendevano a montare motorizzazioni ‘pesanti’ a livello di cavallerie e cilindrate, il benessere era ancora molto diffuso. Pensate che la X5 venne lanciata con un motore a otto cilindri da 4.4 litri a benzina, cambio automatico e trazione integrale permanente mentre il Cayenne con un V8 sempre benzina da 4.5 litri, anche lei con cambio automatico e trazione integrale permanente.
Auto con consumi da camion, ma ai tempi non era un problema.
Il mondo Porsche di allora era composto da puristi, tutto ciò che non era motorizzato con un flat six venne accolto con diffidenza.
Nel 2003 il listino Porsche era composto da soli due modelli: la 911 e la Boxster prima serie, declinate in vari modelli e potenze. Oggi chi si affaccia al mondo Porsche può scegliere fra sei modelli diversi, con diverse versioni.
La Cayenne fu un qualcosa di totalmente nuovo, pesava ben 21,5 quintali, senza dubbio era la Porsche più pesante mai prodotta. Nacque da una partnership con Audi e VW. La prima serie fu un successo clamoroso che continua ancora oggi dopo 21 anni con una gamma ampliata e una vasta scelta di motori.
La prima serie del Cayenne montava motori V8, uno aspirato (Cayenne S ) ed uno Turbo, (Cayenne Turbo )
La Turbo aveva 500 di potenza e consentiva al suv tedesco prestazioni da super sportiva.
Accellerava da 0 a 100 in 4,7 secondi, la 996 Turbo lo faceva in 4,5 secondi…
A quei tempi se avevi una 996 Turbo e ti affiancava al semaforo un Cayenne Turbo, diciamo pure che sul rettilineo fino almeno a 200km/h non c’era troppo differenza.
La Cayenne era anche adatta ad un uso fuoristradistico,ricordo un video in cui provarono una S lanciandola su un sentiero impervio di montagna estremamente ripido, il pilota una volta sceso disse: “se vi avessero detto fino a prima del lancio del Cayenne che sareste arrivati qui sopra con una Porsche, ci avreste creduto? “ Era dotata di differenziali bloccabili e marce ridotte. Arrivarono poi altri due motori più piccoli, un 3.2 V6 a benzina di derivazione VW e un V6 a gasolio derivato Audi da 239 CV.
La diesel fu la prima auto prodotta da Porsche in assoluto a montare un motore a gasolio.
La prima serie fu sottoposta a restilyng nel 2007. Uscì di scena poi nel 2010.Gli interni erano opulenti e lussuosi dotati di ogni confort, impianti audio Bose, navigatore cartografico, comandi al volante, tutto ciò che si poteva desiderare all’epoca su un’auto, sul Cayenne era ordinabile.
Ad oggi le prime serie se in ordine e con manutenzioni ufficiale presso Porsche, sono considerate auto da collezionare.
Non saranno mai auto da alto collezionismo a causa dei numeri di produzioni abbastanza alti ma se guardate i prezzi degli esemplari meglio conservati non costano poco.
Le Turbo e Turbo S poi hanno quotazioni diverse e più impegnative.Da poco tempo uno dei più noti e longevi youtuber italiani nel mondo dell’auto ha preso un Turbo prima serie….
La metamorfosi del Cayenne prima serie da Suv dei primi anni 2000 a “ youngtimer “ come le chiamano oggi è appena iniziato…
Per chi ha quasi quarant’anni come me, ha rappresentato il top assoluto dei Suv, la macchina da calciatore ( Vieri ne ebbe una ) e come lui tanti altri personaggi famosi.
Mentre in tv stava per essere lanciato il teen drama di maggior successo del decennio, THE O.C. , il Beverly Hills 90210 degli anni 2000, Porsche lanciava sul mercato un modello storico, destinato a un successo che dopo 21 anni, ancora non accenna a calare.
Antonio Gelmini
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