Quando è la società attraverso enti, luoghi di interesse comune a divenire nella vita di un fragile parte integrante, punto di cardine per benessere e sperimentazione continua, in crescendo, questo fa capire quanto sia la persona a fare la differenza, nel privato come nel sociale, nella sanità come nelle istituzioni. Così è stato per la nostra famiglia, una fra le mille, nel cui nucleo è presente un disabile grave. Di certo fiducia e forza non mancano, amore per la vita pur tuttavia le lotte contro leggi dagli artigli tesi desta preoccupazione per un prospetto di vita dalla forma incerta e labile.
Serrate le istituzioni le quali seppure pronte all’ascolto, per finta o per apparenza, poco si mettono in gioco, per interesse o per non interesse di costruire ponti ed opportunità. Nel nostro piccolo grande cammino di certo dobbiamo ringraziare chi da anni ci accoglie con premura mettendosi interamente a disposizione affinché Vittoria possa trovare un ambiente accogliente, confortevole, in sicurezza, di confronto e di scambio sociale oltre che di terapia e di benessere fisico e mentale. Mi riferisco al centro Aquamore di Caste Goffredo, nei mille volti che la compongono: Federica, Riccardo, Antonella, Chiara, Marco, Simone, Stefania, Aurora, Giulia, Fausto, Valeria e dei tanti collaboratori estivi la cui cortesia mai manca gradita e amorevole. Si potrebbe dire che per Vittoria rappresenta una seconda casa, dove libera e felice nuota, si sperimenta trovando allo stesso tempo riscontro terapeutico e ludico.
Mi riferisco alla biblioteca di Montichiari nella figura della signora Lara Favalli, le signore Valentina e Maria Grazia le quali con passione, fervente dedizione rivolgano attenzioni sincere e premurose parte di un anello importante che permette alla mia Vittoria di assaggiare, di mettersi in discussione trovando sempre stimoli nuovi ed importanti. Per non dimenticare l’ATS di riferimento nelle figure delle dottoresse Bertoli Elisabetta e Marisa Turganti le quali si prodigano a trovare strategie, stratagemmi, arguzie per il bene dei nostri ragazzi.
Non dimentico di certo il cento sociale Magri di Casalmoro i quali spontaneamente, con mente libera ed aperta alla sperimentazione ha accettato di aderire al progetto di vita per Vittoria rendendosi disponibili al trasporto.
Non tralascio la professoressa Bologna Daniela dell’istituto Don Milani di Montichiari il cui cuore e generosità sono manciate d’oro, chicchi dorati da custodire con premura la quale gratuitamente mette a disposizione tempo e competenza donando alla mia Vittoria modo di continuare ad imparare per tenere le connessioni mentali attive. Anche durante il periodo scolastico si è sempre battuta affinché la ragazza non venisse messa da parte, ma fosse spronata e sostenuta.
E che dire della professoressa Ida Tonti la quale si è sempre battuta per Vittoria allo scopo che potesse avere un ruolo all’interno della classe, un rapporto con i professori. La sua tenacia, competenza e passione hanno permesso all’allieva di giungere preparata all’esame di maturità; spronandola dove carente, fortificando dove mancante. Per non parlare del dirigente, quello per eccellenza, ovviamente Giorgio Tortelli il quale da sempre, sin da quando Vittoria era piccina mai ha abbandonato i nostri passi, sempre ha saputo consigliare, sostenere, dare fiducia e conforto.
Intenerisce pensare che il giudice tutelare dottoressa Maria Chiara Gaetani avendo conosciuto la bellezza e profondità degli occhi di Vittoria le rivolga premure e gentilezze. Se volgo lo sguardo ad ostro tanti, infiniti, sono i volti che hanno percorso con noi un tratto di vita. Alcuni di essi si sono allontanati per circostanze della vita purtuttavia la loro impronta rimane viva e forte. In un abnorme abbraccio li stringiamo forte al petto ringraziandoli.
Tanti ci hanno messi i bastoni fra le ruote, facendo della malattia un baratro piuttosto che un punto di partenza da dove spiccare il volo.
L’essenziale è essere qui, in questo preciso istante della storia, vivi, con un mare di cose ancora da dire e da fare, non vestiti di svilimento o di rassegnazione piuttosto di fiducia e di voglia di costruire con tenacia. La differenza è volere essere differenti, darsi con generosità, stupirsi e gioire per il volo di una farfalla, l’accenno di una parola, una minuzia; credere ed avere fiducia nella vita.
Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste