Siamo abituati a pensare che la preghiera è una specie di bacchetta magica per soddisfare i nostri desideri. Non è così, la religione cristiana non è un servizio a favore del cittadino, nessuno ha l’obbligo di eseguire i nostri capricci ed estrosità, nessuno, tanto meno Dio.
Potete obiettare che non sempre si tratta di capricci, che ci sono necessità impellenti, dolori laceranti che ci incendiano dentro con la loro quasi insopportabile, disumana crudeltà. E’ così. Ma anche questo non ci dà diritto di chiedere un cambiamento delle circostanze.
Possiamo noi, con i nostri miopi occhi di esseri mortali, valutare in modo obiettivo ed imparziale? Possiamo prevedere le conseguenze delle nostre azioni? Possiamo separare l’essenziale dal superficiale? Prendendo in considerazione il fatto che, non siamo individui isolati, ma esseri che vivono in una società, le cose si complicano. Siamo parte di una rete complicata di rapporti interpersonali. E se quello che è bene per me per l’altro è un male? Il leone prega di raggiungere l’antilope per mangiarla, altrimenti morirà di fame; l’antilope prega di sfuggire al suo persecutore, altrimenti morirà divorata.
Chi sarà aiutato da Dio? Non ci sono privilegiati, nessuno è amato di più, nessuno gode di protezione particolare. Non si tratta delle istituzioni terrestri con i loro impiegati corrotti, soggetti all’errore. Davanti al Giudice Supremo siamo tutti alla pari, senza eccezioni. E’ espressione di un egoismo senza pari pregare per sè stessi. Non siamo noi che poniamo le regole. Colui elabora i progetti della nostra breve vita terrestre e noi non siamo in grado di vedere chiaramente neanche un frammento della strada, tanto meno la strada intera: l’inizio, la fine, le conseguenze ed il risultato.
A nessuno Gesù promette un’esistenza beata, i suoi apostoli più vicini hanno avuto un destino crudelissimo. Il cristianesimo non è amuleto che ci garantisce successo, comodità, felicità, che ci “protegge” dalle persone “negative”, quelli che ci “invidiano, ci odiano, ci infastidiscono”.
Il cristianesimo non chiede una parte del nostro tempo e della nostra vita, chiede tutto il tempo e l’intera vita. Il vero cristianesimo non vuole sacrifici a parte uno solo, sacrificare sè stessi.
E se è difficile, l’unica cosa su cui dobbiamo pregare e la forza per sopportare ciò che ci è stato destinato. E ringraziare per tutto, anche per le disgrazie. In caso contrario diamo ragione a Mahatma Ghandi per l’amaro e meritato rimprovero: “Mi piace molto il vostro Cristo e non mi piacciono per niente i vostri cristiani.”
Darina Naumova