Alcuni leggendo la mia nota “Contenti ed orgogliosi dei propri Nomi” pubblicata sul n.12 del 14 settembre scorso, mi hanno chiesto da dove scaturiva quella maglietta sportiva con la scritta “PRIMO”. Accennavo di scappata ch’era il nome di mio Papà, ed ovviamente ognuno di noi ha dei ricordi vissuti con la propria famiglia ed i propri genitori.
Marini Primo era nato il 25 marzo 1904 (presto i suoi 120 anni) a Castelgoffredo (MN), da Luigi e Valle Grandilia. La sua vita, così come quella degli altri cinque fratelli: Luigi, Domenico, Francesco, Pietro e Giulio, è stata una vita di lavoro, dedicata alla famiglia ed al lavoro dei campi. Essendo il Padre contadino, non so bene se a mezzadria o salariato, furono diverse le residenze e luoghi di lavoro, Carpenedolo, Montichiari, Castelgoffredo, Calvisano. Dopo qualche anno in quel di Montichiaresa, nel 1926 sono alla Crocetta in Via Rovata, quindi dal 1930/32 alla Cucca, poi affittuari ai Tesoli di Mezzane, nella Cascina Bonsignori di proprietà della Curia ma gestita dalla Parrocchia. Lui sposò la mamma Emma Maria Pialorsi nel 1938, andando ad abitare nei locali dove ora vi è l’entrata dell’Oratorio, passando nel 1943 (nei giorni in cui l’8 settembre sono nato) nei locali oggi spogliatoi per il calcio. Condividendo fino al 1980 il cortile con il Parroco don Francesco Calzoni e poi don Alghisi Luigi. Dal matrimonio sono nati Grandilia nel 1938, il sottoscritto nel 1943 e Itala, anch’essa in vita, nel 1947. Ricordo in quel cortile tanti giochi, e d’estate negli anni 49/55 la proiezione estiva di film, che io quasi sempre vedevo seduto sulla porta della mia abitazione.
Con il freddo veniva proiettato nei locali, utilizzati anche come Asilo. Papà Primo era l’addetto della gestione della macchina da proiezione. Non ha mancato in avanti con l’età, per un certo periodo di aiutare fratelli e nipoti, con i lavori in stalla. Allora mia mamma Maria, brava, oltre i lavori di casa, a cucire solo di notte – graditi i versi dell’amico Agostino Zorzetti su “Maria sarturà e il suo caffè – andava a letto e poco dopo Primo si alzava.
Deceduto il 4 gennaio 1987, con la sua dipartita terrena, si disse allora: “La comunità e il mondo agricolo ha perso con la sua morte parte di sé. Uno dei punti di riferimento per testimonianza di fede, di lavoro, di dedizione alla famiglia, alla comunità parrocchiale, al paese, alla società, valori della vita che nel mondo rurale trovano o almeno trovavano la sua genuina espressione”.
Fra i valori irrinunciabili e praticati quello dell’onestà. Il Vangelo dice: “Chi è fedele in cose di piccolo conto, è fedele anche in cose importanti.” Di papà Primo nessuno ricorda un suo arrabbiamento, un pessimismo, la sua filosofia, parola che forse non conosceva ma praticava, con serenità e mitezza accompagnata al suo sorriso. Come Genitore, pur essendo fermo nei suoi richiami, non ci ha mai dato uno schiaffo, cosa allora abbastanza abituale nelle famiglie, come rimedio migliore alle marachelle dei figli. Nel suo vivere cristiano, non mancò di testimoniare le sue scelte comunitarie, impegnandosi per tanti anni nell’Azione Cattolica -allora diffusa in tutte le parrocchie- come Segretario, con alcuni suoi verbali dal 1942 al 1946 (fra i nostri vecchi documenti) e per un certo periodo anche Presidente. Incarichi che ruotavano con Alfredo Gazzina, Luigi Guerrini, Adolfo Sambinelli, Seria Piardi Bregoli, Nodari Catterina, fra i più giovani Agostino Vaccari, Lorenzo Sportelli, Carolina Gazzina, Antonietta Cabra. Persone con le quali aveva fondato nel primo dopoguerra la Democrazia Cristiana a Mezzane, facendo parte del Direttivo, che fu molto attiva dal 1968 al 1988, e presente fino al 1994 quando si sciolse e divenne Partito Popolare.
In rappresentanza della D.C. Mezzanese fu consigliere comunale di maggioranza, come uomo probo e generoso” per due legislature dal 1951 al 1960, risultando fra i primi eletti, sindaci Evandro Rabbi e Giuseppe Miglioli.
Per un certo periodo, essendo assente l’assessore Enrico Sambinelli, lo sostituiva in Giunta. Fu dal 1963 per quattro anni nel Consiglio della Casa di Riposo. Incarichi che assolse con impegno e presenza, andando alle sedute sempre in bicicletta da Mezzane a Calvisano e ovviamente in modo del tutto gratuito.
Si può dire, non solo per lui, ch’era un contadino artigiano, in grado di svolgere vari lavori. Le tastiere del mie letto di legno, così come l’armadio, il cavallino, il carrettino, la gioia per noi bambini per la S. Lucia era opera sua.
Gli stessi zoccoli con il fondo di legno (trocoil) o lo scaldaletto (moniga) erano fra le creazioni più semplici per lui.
Non mancava nell’occasione di essere un buon meccanico. Le uniche due biciclette, da uomo e da donna, che utilizzavamo anche noi ragazzi, forature, salto di catena, rottura raggi, trovavano il suo risolutivo intervento.
La sua bicicletta, anno 1960 è stata anche la mia, dalla sua morte del 4 gennaio 1987 fino al febbraio scorso, prima della mio grave malanno. Fra i detti di famiglia, babbo Primo è stato uno dei primi ad avere la bicicletta a Mezzane, e per le sue condizioni economiche non è andato oltre la bicicletta. Le nuove macchine lo attraevano, non guiderà mai un’auto ne un trattore, pur non disdicendo di rimboccarsi le maniche, quando la trebbiatrice per la raccolta con covoni di frumento si arrestava, così come per il primo trattore Landini se perdeva qualche vite.
Più facile per lui era sistemare il ventilatore (paladura), il rastrello trainato dal cavallo, raddrizzare e affilare la falce, dove era uno dei più svelti a falciare l’erba, prima delle varie tagliaerba.
L’unico passatempo “La pipa” o “il Toscanello”, qualche ora all’osteria per una partita a carta ed un bicchierino, per un certo periodo è andato a caccia al capanno. Non mancò di livellare i campi di cui era esperto, o come elettricista non solo nella nostra casa, ma anche in qualche abitazione, mi ricordo al Palazzo Brognoli, o con le luci delle tombe al cimitero, dove ora riposa in pace. Come sportivo non ho molti ricordi, con l’arrivo della televisione gli piaceva la box, cosi come il ciclismo, per il quale insieme ho visto le prime vere gare, come il passaggio del Giro d’Italia, il Circuito degli Assi a Calvisano, oppure due o tre volte ai Novagli per il passaggio della Mille Miglia, quella competitiva.
Ora il suo nome “Primo”, lui che si è allontanato da Mezzane solo per il militare, non chiamato in guerra perché stessa classe del Re, gira per il mondo attraverso la vendita di articoli di abbigliamento sportivo.
Marino Marini