Il cognome Scotuzzi è diffuso prevalentemente nel Bresciano. La prima menzione reperita risale ad un atto notarile del 1459: un certo Bertolino Scotuzzi, figlio di Antonio e abitante in Gussago, ottiene la dote della moglie.
E’ necessario attendere il 1492 perché il cognome ricompaia nell’elenco dei cittadini di Gussago che hanno ottenuto la cittadinanza di Brescia: fra questi è citata tale Mariola, vedova di Giacomo Scotuzzi. Vi sono poi le custodie notturne che attestano fra il 1513 e il 1520 tre Scotuzzi abitanti nel capoluogo bresciano: Piero, Francesco e Giovanni, ai quali si aggiungerà Antonio, menzionato nell’estimo del 1517: tutti originari di Gussago.
Gli estimi successivi fino al Seicento documentano un’articolata presenza di gruppi familiari a Gussago, Brescia ed anche Manerbio.
Gli Scotuzzi sono “borghesi” e svolgono vari mestieri molto differenti fra loro. Fra il Quattrocento e il Seicento appaiono come Spadari (fabbricanti di spade e armi in genere), Maestri di grammatica ma anche musicisti, venditori di cavalli o calzolai.
A Gussago gli Scotuzzi siedono nel consiglio comunale come cittadini originari, ma nel corso del Seicento la loro presenza viene meno, mentre a Manerbio i gruppi familiari si moltiplicano. Nell’estimo mercantile del 1750 gli Scotuzzi di Manerbio sono calzolai, cappellai e maniscalchi.
Da Manerbio traggono origine le ramificazioni che popoleranno fra il Settecento e i primi del Novecento tutta la provincia di Brescia.
Il cognome potrebbe collegarsi a “Scotucci” cognome ancor oggi esistente nelle Marche, in provincia di Fermo. La dominazione Malatestiana di Brescia a inizio Quattrocento potrebbe aver spinto qui alcuni Scotucci. Successivamente il cognome avrebbe subito delle mutazioni che lo hanno trasformato nella sua forma attuale di Scotuzzi, mentre la versione dialettale bresciana tuttora richiama l’originario Scotucci.
Questa ipotesi attende ancora conferma documentale ma può essere una traccia di ricerca per chi voglia indagare i documenti dell’archivio della città di Fano, dove sono conservati i libri della cancelleria della signoria malatestiana e della sua dominazione in terra bresciana.