Rovistando, annaspando
fra odori, sentori, emozioni
per incanto ritrovo
la veletta di mia madre.
Arricchita di pizzi, nero velluto
sapientemente ripiegata
soleva indossarla con mistica devozione
incontro all’altare
movendi passi lenti
nell’ardore di ricevere il corpo di Cristo.
La rivedo all’alba, affondare i primi passi
allo scocco del campanile
affrettarsi per le vie mute.
Io le stavo accanto
la mia mano nella sua, fiera ed orgogliosa
d’essere in quel pezzo di storia
comune e condivisa.
Venticello leggero
sollevava vesti leggere
pensieri a chetichella
accenno di malinconie
sussulto di parola.
Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste