Ho sempre avuto una ammirazione smisurata per i fuochi d’artificio, avevo 6 anni la prima volta che ho assistito ad uno spettacolo pirotecnico, mi ricordo ancora quando il mio carissimo cugino Angiolino (figlio della sorella di mio padre), cresciuto nel mio stesso cortile e che ho sempre considerato come un fratello aggiunto, si presentò un giorno in casa nostra dicendo: “zia Anna, stasera fanno i fuochi d’artificio a 10 km da qui, voglio portare Giordano, so che non li ha mai visti e scommetto che impazzirà dalla gioia” – “Ascolta Angiolino, è da poco che hai preso la patente e che guidi l’auto, ti senti così sicuro di andare in giro di sera al buio?” — “Zia, guarda che l’auto ha i fari, e poi mi conosci da sempre, sai bene che ho la testa sulle spalle”.
Mia madre guardò verso mio padre e lui fece cenno di sì col capo, non gli rimase così che dare anche il suo benestare. Francamente non mi ricordo il paese dove si svolgevano i fuochi, ma ho bene in mente l’impressionante folla che incontrammo appena parcheggiata l’auto. Angiolino mi diede la mano per paura di perdermi e pensò bene di mettermi sulle sue spalle per velocizzare il passo e darmi l’opportunità di una visione migliore.
Mio cugino era di buona statura e spalle larghe, là in alto mi sembrava di volare sulla testa delle persone, un po’ come stare su un tappeto volante.
Ci fermammo in un posto dove tutti guardavano un punto perso nel buio, poi all’improvviso un grande botto mi sconquassò, lanciai un urlo e strinsi le dita nei capelli rossi e ricci di Angiolino, ma lui sorridendo mi tranquillizzò, lo spettacolo di fuochi, luci, stelle cadenti mi emozionò a tal punto da farmi vibrare come le corde di una chitarra, avevo il fiatone tanto mi ero emozionato, e mio cugino: “Senti Giordano, adesso che i fuochi sono terminati, potresti lasciarmi i capelli se no tra un po’ rimango calvo”.
Angiolino mi voleva talmente bene al punto di sopportare le mie mani aggrappate nella sua testa senza un lamento, per non interrompere il mio sogno; in macchina nel tornare verso casa, non parlavo altro che delle stelle esplodenti, nella mia camera, quella notte mi sembrava di rivedere tutte le colorate e scoppiettanti luci.
Passarono diversi anni da quel indimenticabile giorno… avevo da poco preso la patente, nella nostra piccola azienda agricola cominciò a girare un giovane commerciante di mangime originario di Casalmoro il quale un giorno mi disse che il 21 novembre sarebbe stata la Festa della Madonna del Dosso, spiegandomi che era la più sentita da tutti i Casalmoresi, aggiungendo che la sera vi sarebbe stato un grande spettacolo pirotecnico.
A sentire quelle parole mi si accese una lampadina… cavolo, non potevo mancare, tra l’altro avevo conosciuto da pochissimo una ragazza, incontrata al Mirabelle di Asola (una piccola discoteca situata subito dopo il ponte sul Chiese, ormai in disuso da molti anni), ed ho pensato: visto che il 21 novembre è domenica, quasi quasi vado a chiedere a Simona (così si chiamava la fanciulla), se mi accompagna a vedere i fuochi; conoscevo dove abitava perché una volta l’avevo portata a casa dal Mirabelle: avevo una fifa, non sapevo nemmeno se gli piacevo, raccolsi tutto il coraggio ed andai a suonare a casa sua: mi aprì sua mamma: “E tu chi sei? – “Giordano, un amico di Simona”. La Signora chiamò la figliola: “Ma sei matto? Venire così senza nemmeno avvisare? “.
Gli spiegai della Festa a Casalmoro, mi fece entrare, lei parlò con i genitori (che erano in cucina), arrivò suo padre, era una montagna, raramente ho visto un uomo della sua stazza, ha cominciato a bersagliarmi di domande: “Dove abiti? Che mestiere fai? Che auto hai?”
L’unica cosa che non mi chiese fu il codice fiscale, poi si consultò a lungo con sua moglie, ed emanò il verdetto: “Ti dico solo due cose: la prima che mia figlia deve essere a casa entro le 10 di stasera, la seconda che ho 4 fucili da caccia e 2 carabine ad aria compressa!
“Signore, mi creda, ho capito perfettamente !”. Per la miseria, sogno o son desto? Avevano acconsentito, a volte basta solo un pizzico di coraggio per cambiare il futuro. Arrivati a Casalmoro, parcheggiai all’inizio del paese, chiesi ad una Signora dove avrebbero fatto i fuochi, ma come al solito sbagliai la stradina d’ingresso e arrivammo sul retro della Chiesetta.
C’erano una decina di uomini vestiti tutti uguali e diverse file di tronchi di metallo alti circa mezzo metro; uno di essi accese una fiaccola su un bastone lungo un paio di metri e diede fuoco alla polvere alla base dei tronchetti; l’esplosione che ne conseguì fu fortissima, vi giuro, ho sentito le interiora attorcigliarsi, Simona dallo spavento mi abbracciò forte, (non tutto il “male” vien per nuocere), finite le deflagrazioni dei super mortaretti cominciarono i fuochi d’artificio, uno spettacolo meraviglioso, una giornata indimenticabile!!!
Da quell’anno in poi lo spettacolo pirotecnico della Pollastrella (mia mamma lo chiama così), l’ho visto solo in lontananza dalla mia cascina a Fiesse, ma essendomi trasferito a Remedello Sotto da quasi un anno ed avendo tempo da dedicare a ciò che mi piace, il 21 novembre scorso ho voluto vivere appieno la splendida Sagra della Pollastrella o come dir si voglia, la Festa della Madonna del Dosso che inizia alle 04.30 con l’esplosione delle “bombe” (i mortaretti) dopo di che alle 05.00 la Santa messa celebrata nella bellissima omonima e suggestiva chiesetta costruita su un dosso.
Ero d’accordo con mia figlia che sarei passato a prenderla (anche lei abita a Remedello), per iniziare fin dall’alba questa suggestiva giornata, ma purtroppo le sue bambine avevano la febbre così, anziché le 05 del mattino, sono andato alle 17.00 con mia moglie.
Adesso Casalmoro lo conosco molto bene, la nipotina più grande frequenta il suo asilo e molte volte la vado a portare o a prendere, stavolta il Santuario della Madonna del Dosso l’ho raggiunto tramite Valle Maria che è la strada principale addobbata per l’occasione da meravigliose luminarie.
Percorrendo questa via sembra di entrare in una favola, talmente è suggestiva l’atmosfera. Quando compare la Chiesa si rimane a bocca aperta a vederla là in alto dominante sul paesaggio, la sua immensa gradinata sembra porti su una nuvola, a far da cornice a questo stupendo quadro vi era un “albero” a forma di palma zampillante di luci multicolori, opera dell’artista di Isorella Luigi Zorzi (mio carissimo amico), a completare questo incantevole scenario.
Vi era un piccolo villaggio Natalizio fatto di casette di legno dove si potevano acquistare regali creati dai bambini dell’asilo (e per questo ancora più preziosi), vivande e bevande per potersi riscaldare.
Lo spettacolo pirotecnico è stato semplicemente incantevole, dalla “palma” del mio amico Luigi sembrava che le luci sgorgassero da una sorgente terrena per poi continuare in cielo con i fuochi d’artificio, mi sono emozionato come quand’ero bambino, sulle spalle di mio cugino Angiolino, una carissima stella ormai da molti anni facente parte della volta celeste, ma luce sempre ardente nei nostri cuori.
Giordano