L’auto di cui parlerò oggi non è propriamente una macchina, o meglio non solo.
Come dice il nome stesso o almeno lasciava intuire la creazione di Hans Trippel, coniugava la possibilità di muoversi su terra a su acqua senza cambiare mezzo.
Se c’è coda o sei in prossimità di un corso d’acqua e guidi una Amphicar, ti basta indossare un cappello da capitan Findus, mettere la freccia e immergerti. Perché la peculiarità di questo piccolo mezzo prodotto in soli 3.878 esemplari è stato quello di avere sia motore che eliche.
Montava un quattro in linea Triumph da 43 CV di potenza che le consentiva di toccare i 120 km\h, 6.5 nodi in acqua. Le due eliche erano ovviamente posizionate al posteriore, ma non si vedevano granchè dalla strada, anche perché era in tutto e per tutto una macchina da un punto di vista estetico, cabrio fra l’altro ! Il motore era posizionato posteriormente, mentre il telaio era costituito da tubi.
La carrozzeria era in acciaio, portiere con doppia guarnizione per evitare infiltrazioni di acqua. Aveva sia fanali da comune automobile che luci di navigazione e ovviamente come ogni natante anche una tromba che funge da avvisatore acustico. Era l’anteriore a dirigerla sia in acqua che su strada.
Aveva ben tredici punti da tenere costantemente ingrassati ed una pompa di sentina nel vano motore per buttare fuori l’acqua che poteva entrare durante la navigazione.
Pesava 1350 kg circa e il motore era mono carburatore e raffreddato ad acqua.
L’impresa più celebre di questo modello fu compiuta nel 1965 quando quattro inglesi attraversarono il Canale della Manica in poco più di sette ore. Anche il presidente degli stati uniti Lyndon B. Johnson ne ebbe una.
Ad oggi è molto costosa sia come ricambistica che come valore assoluto degli esemplari rimasti. Un po’ perché davvero è stata una vettura iconica seppur non molto conosciuta e poi non ci sono molte spider che consentono di viaggiare sia su strada che sulle acque…
In Italia non ne ho mai viste, neppure alle più importanti fiere di settore.
Rimane ad oggi un esempio forse un po’ folle di coniugare auto e nautica in un solo mezzo.
Antonio Gelmini
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