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FIORI FLORENSI, LA RIVOLUZIONE GIOCOSA: EDUCAZIONE, ARTE, GIOCO E NATURA IN CALABRIA

La loro è una storia di educazione, miscelanza e sguardo al gioco come mezzo di relazione e socialità. Nata appena dopo il periodo pandemico, l’associazione di promozione sociale Fiori Florensi è una delle belle realtà di San Giovanni in Fiore, realtà della Provincia di Cosenza.

Da lì, però, l’energia di un gruppo di 17 persone, di Rosa, Mariangela, Maria Costanza e di tutte quelle che ne fanno attivamente parte, sta contagiando realtà limitrofe e sta rappresentando un’esperienza da custodire e promuovere. Dal cuore del Sud dell’Italia, l’invito che l’associazione rivolge ai bambini, agli adolescenti e agli adulti è quello di giocare.

Per divertirsi, per crescere, per imparare a stare insieme. E Fiori Florensi, nato grazie alle varie professionalità delle risorse che ne fanno parte, è un’occasione per pensare il ludus dal punto di vista sociale. In una zona aspra, arida e montagnosa, ecco sbocciata una realtà che scalda i cuori e riempie i vuoti.

 “Uno cresce solo se sognato” scriveva Danilo Dolci e infatti “Mettiamoci in gioco!” é l’invito di Fiori Florensi APS, e solo quando si dice SI’ che può iniziare il gioco. Il format si rivolge a tutti: famiglie, scuole, comunità. In una terra dove non tutto fila liscio come l’olio, il gioco diventa il mezzo per promuovere benessere e prevenire la dispersione scolastica e il disagio. Insieme.

L’associazione riprende l’articolo 6 del #ManifestodelGioco che cita testualmente: “Giocare è prendersi cura”. “Così, abbiamo scelto di curare il presente per un futuro migliore: la ludopedagogia è una pratica che utilizziamo con gli adolescenti e gli adulti: trasformare spazi quotidiani in spazi poetici attraverso il gioco” raccontano le promotrici dell’associazione. L’educazione emozionale diventa l’approccio per stare col corpo in naturale.

Nel Parco Nazionale della Sila, il gioco diventa uno strumento per affrontare le difficoltà con la creatività. “Ma il gioco richiede il rispetto delle regole, quindi attraverso il gioco si vive l’esperienza del rispetto reciproco, dei limiti oltre i quali non si può andare. Perchè non portarci questo stesso coraggio nella vita quotidiana?” è la questione che le promotrici hanno deciso di porre a famiglie, enti, istituzioni.

La risposta sta nei fatti: già in estate, un Centro Estivo verrà organizzato sulla scia della ludopedagogia teorizzata dal maestro Ariel Castelo Scelza di Montevideo, Uruguay e Lìscia. Un laboratorio di educazione emozionale è già stato sviluppato nell’ambito del CISP, il Centro internazionale per lo sviluppo dei popoli. Anche il mondo della scuola ha accolto come ossigeno idee e progetti: “Creiamo laboratori di arte e atelier di natura nelle scuole calabresi: ai primi posti in Europa per povertà educativa – spiegano – Educhiamo in Naturaperchè crediamo in una Nuova Scuola”. 

 Il gioco diventa strumento di educazione: alle parole, alla natura, alla cittadinanza. L’educazione emozionale diventa l’approccio che lega, nel contesto naturale, educatore e bambini. L’associazione organizza progetti di educazione in natura con minori, percorsi di ludopedagogia, progetti di cura e rispetto per la natura attraverso l’arte del teatro.

Propone “Performance Party ” feste di buon compleanno dedicate alla cura del ricordo: festeggiare imparando a stare insieme, proponendo laboratori di teatro e laboratori Montessori. Inoltre, l’associazione organizza feste ludopedagogiche utilizzando l’arte di Munari e raccolte fondi per “AbbracciAperte” progetto Infanzia per la tutela dei diritti umani e per prevenire il disagio dell’attesa che si crea nei centri d’accoglienza.

Di recente, l’associazione è attiva anche presso il C.A.R.A. di Cutro (Crotone), purtroppo salito tristemente alle cronache nazionali per il naufragio di profughi. Qui ha sviluppato un progetto rivolto all’infanzia e alle donne. Un modo, forse, per ritrovare serenità dopo un viaggio difficile da dimenticare.

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