Mi viene chiesto chi sono e alle volte rispondo indirettamente facendo emergere un’unica identità, attraverso uno dei tanti possibili canali che collega ciascuno di noi in un battito di ciglio. Ma come in ogni cosa, è insito un significato anche in questa scelta. Per anni la condizione fisica-estetica personale è stata valutata con accezioni e riferimenti negativi, pensieri tanto delicati quanto ingenti che hanno saputo trovare spazio di sconfinamento in quelli personali, favorendone influenza e adeguamento. E quando questa cosa succede, in qualche modo fa soffrire, ma unitamente, può far sviluppare la voglia di migliorarsi.
Ebbene, senza forma di accompagnamento, quindi naturalmente e in semplicità, senza filtri, costruzioni o imitazioni, si propongono su Instagram un insieme di immagini fotografiche personali che ruotano attorno a come Emma è. Sono cresciuta comprendendo gradualmente nel tempo che non si può piacere a tutti e non è con queste fotografie che voglio portare gli altri, quelli del passato, a ritirare parole in forma di giudizio che hanno saputo far male. Sono per me stessa, per ricordarmi che sono così come si presenta la fotografia. Sono un contorno di rassicurazioni che naturalmente trovano, nel limite del possibile, approvazione e incoraggiamento.
L’attenzione sull’aspetto estetico è immediata e preferibilmente orientata, quanti contenuti osserviamo di questo carattere? Siamo sovrastimolati. Le personali fotografie sono parte di un immenso insieme, non c’è alcuna ostentazione. Ma spesso è il come ci si presenta la chiave di svolta che racconta qualcosa, portando e proponendo una differenza, una rarità non in quanto tale meno speciale.
Siamo soliti ritenere che quando qualcosa si impone e ripete, se è presente e frequente, funziona e soddisfa allora merita condizionamento e riproduzione.
Ma la bellezza e preziosità del raro, dell’inusuale, di una ricerca può profonda?
Quella che stimola e permette la meraviglia della sorpresa resta la migliore presentazione e condivisione. Mi piace presentare alcune qualità che possono accompagnare la bellezza di una donna, come la semplicità e la raffinatezza, l’eleganza quando si indossa un capo, quando ci si esprime verbalmente e nella gestualità dei movimenti. Così è come viene definita un’altra sfumatura dell’identità di Emma. Come in ogni ventaglio di colore, esistono moltissime sfumature esaustive. Ciascuna ha il suo tono, la sua intensità e il suo valore.
Cosa non si sa di Emma? Quali sfumature restano poco nitide poichè non presentate e condivise?
Sappiamo che lavora occasionalmente come indossatrice, come presentatrice meteorologica presso 3B meteo, nell’ultimo mese come formatrice per alcune scuole ed Rsa, circa tematiche meteorologiche. Ebbene si, è una presenza carica di studio, confronto e osservazione.
In aggiunta, di nuovo, è iscritta ad un master in consulenza pedagogica. Emma è pedagogista e per circa 4 anni ha lavorato presso i reparti di pediatria dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
L’idea di inserirsi in un nuovo campo di studio permette di potenziare quanto conosciuto, vissuto e appreso negli anni precedenti con l’aspirazione di conseguire forme d’arricchimento ulteriori a livello cognitivo ed emotivo, da riversare poi in altro obiettivo. Non si condivide finchè realizzato. Tornare a studiare permette di superare nuovi limiti che si presentano o prepararsi ad affrontarne altri possibili, significa non bastarsi, ma in positivo. Caricare l’energia residua e assaporare aria nuova, di sfida, con sè stessi. Se per anni si è creduto che Emma non fosse abbastanza, continuare nel tempo a trovare qualcosa con l’obiettivo di sfidarsi, dimostrando risultati ed effetti, dimostrando che Emma ce la fa, può cadere in una forma di dipendenza. Resta fondamentale trovare soddisfacimento e agire consapevolmente.
Ma la bellezza di tutte queste sfumature di colore? Di ogni possibilità, di ogni emozione provata, di ogni sfida affrontata. Ringrazio Emma per aver nella sofferenza, di ogni singolo essere umano, trovato la forza di reagire alla discriminazione distruttiva, con fatica ma altrettanto orgoglio. E’ la comprensione di una persona empatica: se sai che con alcune parole fai soffrire l’altro, specie se in forma di giudizio, spesso cattivo, e magari può essere che non lo sai, ci provi e osservi l’effetto, poi puoi allora comprenderlo e scegliere di non ripeterlo. Basterebbe così poco per favorire armonia relazionale. Tutto questo per condividere una finestra di pensiero dedicato: Emma, si rivolge e rivolgerà con la sua qualifica di studio alle fragilità, alle situazioni delicate e compromesse nei diversi contesti educativi (scolastici, familiari ) con il fine di rielaborare il tipo di problematica, riscoprendo ed orientando risorse ed energie possibili.
Sentire e cogliere in ogni cosa profondità permette di gestire questa propensione con armonia e dedizione. Che tale occupazione sia alternata ad altre attività (spesso ci si chiede perchè l’attenzione non sia concentrata unicamente ad un solo settore) comprende la bellezza dello stimolo e in esso dinamicità e ramificazione mai scontata e attesa.
CONTATTI SOCIAL
@emma_parigi_
CREDITS FOTOGRAFICI
Ph. Nino Di Bella