Pochi mesi fa l’amministrazione Comunale ha deliberato l’intitolazione della traversa che congiunge v. XXV Aprile, costeggiando la Chiesa del Suffragio, a Piazza Teatro, al pittore concittadino GUIDO TEDOLDI, che nella vicina Via Antiche Mura aveva sia la casa che lo studio. Nel 5° evento estivo organizzato dalla Pro Loco, col patrocinio dell’Assessorato alla Cultura, il nipote Giancarlo, già curatore nel 2015 di una mostra dello zio al Museo Lechi, nella suggestiva Piazza Teatro, ha raccontato brevemente non solo il percorso artistico, ma anche tratteggiato il lato umano dello zio a cui era molto legato.
Tedoldi aveva 2 sorelle e 2 fratelli, il padre era artigiano calzolaio, premiato anche a Roma per la sua bravura; fu picchiato dai fascisti per non aver voluto suonare nella Banda per loro.
La madre, malgrado questo increscioso episodio, a fine guerra nascose un soldato tedesco, che altrimenti sarebbe stato linciato dalla gente.
Tedoldi era di carattere chiuso, riservato.
Pittore “Tra libertà e prigionia” (detenzione che contribuì ancor più al suo carattere taciturno) che lo portò ad essere autentico, trasparente, come uomo e come artista, molto schivo. Nel 1940 fu fatto prigioniero e portato in Egitto, dove rimase per 6 anni.
Al Cairo poté continuare a dipingere per gli Inglesi e tornò in Patria con molti dei lavori eseguiti durante quei lunghi anni, segnato dalla lunga prigionia e dal dolore per aver perso amici commilitoni. Nato nel 1915, fu l’unico dei 5 figli che proseguì gli studi, seguendo pure un corso di pittura a Milano dal M° Mozzoni. Fin da ragazzo fu prevalentemente ritrattista, ma dipinse anche nudi, paesaggi, angoli suggestivi di Montichiari, figure sacre e tele con intense scene della sua prigionia, dura per il clima e gli stenti. Seppe unire il suo spirito reazionario al suo rapporto con la spiritualità: dipinse infatti parecchie Santelle votive in paese, nonché molte opere sacre in varie Chiese d’Italia e grandi affreschi.
Una sua tela è collocata nella nostra Pieve di S. Pancrazio, un’altra nella chiesetta alla Pulcagna, nella frazione di Vighizzolo.
Lontano dal dipingere per profitti economici, non condizionabile, spesso non voleva neppure vendere le sue opere. Dal 1964 al 1970 fu consigliere comunale all’opposizione, insieme all’amico M° Bianchi, quando era Sindaco di Montichiari il dott. Scalvini.
Coincidenza, la via ora intitolata a lui, affianca il Museo Risorgimentale intitolato proprio all’amico M° Bianchi. Solitario, ebbe relazioni non durature, con le quali comunicava spesso con telegrammi, conservati ben ordinati in vari sacchi. L’unico compagno fedele fu il suo cocker nero Ambri, che lo seguiva nel Caffè degli artisti e in ogni luogo in paese. Tedoldi, mancato nel 1996, si aprì un po’ solo negli ultimi anni al mondo esterno, lasciandosi anche immortalare da Renata, moglie del fotografo locale Fenaroli (Gek) e accettando inviti a pranzo da pochi amici intimi.
Allestì mostre personali e collettive fin dal 1934 a Brescia, a Sanremo, vinse concorsi a Montichiari, Desenzano, Acquafredda, Borgo S. Giacomo, Calvisano, Foggia. Come spesso purtroppo capita, i talenti locali non sono abbastanza apprezzati e conosciuti, pertanto questa è stata una serata molto interessante per scoprire o riscoprire questo importante artista monteclarense
Ornella Olfi