Ogni costruzione di una nuova casa ha la propria storia e vicissitudini, anche se costruita non in modo autonomo, come accadeva negli anni 50/60, quando il sabato e la domenica si aiutavano i muratori a costruire la propria abitazione. Tocca ormai i quarantacinque anni di vita il “Villaggio Orientamenti”, avendo avute le prime Licenze Edilizie nel 1977. Non fu facile il percorso, non mancarono ostacoli e rallentamenti non solo burocratici, dovuti alla modifica di alcune leggi edilizie, all’aumento degli oneri di urbanizzazione Oppure a polemiche politiche. Allora erano attivi localmente, insieme alla D.C. presente in tutte le quattro realtà calvisanesi, il Partito Socialista e il Partito Comunista. Si pensava fosse una Cooperativa democristiana, ma ad essa aderirono persone di qualsiasi colore, lavoratori dipendenti, autonomi o pensionati, aventi i requisiti previsti dalla legge, desiderosi di avere una propria abitazione, una speranza quasi impensata all’inizio. Il 5 gennaio 1976, con l’adesione di ventidue persone, con atto del notaio Mario Brunelli di Borgo San Giacomo, nasceva la Cooperativa “ORIENTAMENTI”. Lo stesso nome del notiziario “Orientamenti”, giornalino della D.C. mezzanese, nato come ciclostilato nel 1971 e successivamente come inserto nell’ ”Eco della Bassa Bresciana” e pubblicato fino all’ottobre 1998.
L’idea si era maturata nel sottoscritto con alcuni amici democristiani, attraverso la sollecitazione degli amici ing. Salvatore Calabrò e del geom. Carlo Nodari, che ci seguiranno nell’intrigato iter burocratico. Un cammino della speranza, cercando di dare risposte più veloci e concrete, alle lungaggini previste dalle leggi di Riforma della Casa, difficilmente praticabili. Attraverso “Orientamenti” si era comunicato ai mezzanesi l’iniziativa, che si concretizzò dopo due-tre riunioni pubbliche. Battista Bregoli fu nominato come presidente, Marino Marini il vice, che sarà sempre attivo, aiutato da un direttivo, ed in particolare da Agostino e Mario Zorzetti. Non è stato facile, far camminare gli aderenti nello spirito di una Cooperativa, nel rispetto delle norme che la legge richiedeva. Acquistato un terreno, lo si permutò con un altro posto dietro la Scuola Elementare, con l’intento di avere una viabilità sicura, senza dover attraversare la provinciale. Fu la prima Cooperativa a Calvisano, che si sobbarcò tutti gli oneri, primari e quelli secondari in misura elevata nei confronti di qualche mese prima. Si versò altri circa nove milioni, per la monetizzazione del verde e quindi costruire altre due abitazioni.
Alla fine vennero costruite, affidate alle ditte Zabaleni e Narra, 12 abitazioni bifamiliari, con due diverse tipologie, riguardanti 24 soci, che con il passare del tempo erano diversi dall’inizio.
L’essere insieme, consentì una gestione oculata e risparmiosa negli appalti, nell’acquisto dei materiali, nel pagamento dell’IVA, nell’accedere a mutui presso la Banca, nei costi dei tecnici, così come nella gestione amministrativa, svolta dagli stessi soci.
Originale fu l’iniziativa, in quanto la Cooperativa si è concretizzata per l’impegno di singoli cittadini, senza nessun scopo finanziario, né edilizio, né per continuare tale attività in futuro. Lo stesso acquisto del terreno, grazie alla collaborazione dell’Amministrazione Comunale, fu una opportunità molto positiva, così come lo ebbe il Comune nel costruire il Centro Sociale e l’Ambulatorio all’inizio del Villaggio. I proprietari si resero disponibili a devolvere un altro pezzo di terreno al Comune, posto sul retro della Scuola, da utilizzare dalla stessa e probabilmente come parco pubblico. Ma tale intenzione non andò a buon fine. Con successivi atti e Licenze vi abitarono trenta famiglie, avendo trasformato il piano terra in abitazioni.
Famiglie, quasi tutte giovani che portarono vitalità e movimento nella nuova borgata, con nuovi nati. Per più di un paio di decenni, annualmente si è svolta la cena conviviale, nata sulla scia del palio delle contrade. Negli ultimi anni, molte delle abitazioni hanno avuto bisogno di manutenzioni, in particolare per i tetti. Venuto meno il Centro Sociale, punto d’incontro per alcuni anni dei Soci della Cooperativa, forse si è persa l’opportunità di tenere alcuni locali come sede della Cooperativa prima, e come luogo pubblico dopo. Ora dopo quarantacinque anni, sono molti i ricordi e le storie collegabili alle persone e alle famiglie, che vi risiedono o che vi hanno abitato. Bambini diventati adulti, giovani adulti ora nonni, persone e anziani che hanno lasciato la vita terrena, in particolare nel periodo del coronavirus del 2020/21. Normale quotidianità del vivere e del morire, a secondo della volontà di Dio. Momenti lieti e tristi, che in ogni appuntamento o anniversario, rivivono nel passato, proiettati nel futuro, che non può e non deve essere dimenticato.
Marino Marini