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PRANZO DI FAMIGLIA

Premesso, è un’ovvietà, i parenti non si scelgono a differenza degli amici quindi molto spesso, magari, ci troviamo ad avere a che fare con una zia o un cugino davvero insopportabile di cui avremmo fatto volentieri a meno, però non è possibile. E dico questo perché di recente ho avuto modo di scambiare due parole con una signora che conosco di vista e, probabilmente, è stato proprio il fatto che ci si conosca appena a farla partire “a ruota libera”.


Mi ha raccontato che sua suocera compirà, a breve, i novanta e che perciò visto la ragguardevole età raggiunta ha deciso di fare un bel pranzo stile “25 dicembre” con la famiglia e di ciò la mia interlocutrice non è per niente contenta.
Affermava che in questi momenti l’atmosfera non è sempre serena e rilassata come vorrebbe credere l’anziana e che per tutti i partecipanti è più un supplizio di una gioia il dovervi partecipare, ma come si fa a rifiutare?
Praticamente impossibile!


Quello che pesa alla mia conoscente, ma penso anche a tutti gli altri, sono i soliti discorsi che si fanno in queste ricorrenze. “Ma tuo figlio si è lasciato con l’ennesima ragazza? Invece il mio il prossimo anno si sposa!” oppure “Ho saputo che tua figlia non va ancora bene a scuola e invece la mia tutti sette e otto.” E la lista potrebbe proseguire ancora, ma mi fermo qui!
Perciò tocca, per forza, far “buon viso a cattivo gioco” poiché non si vuole essere colui o colei che con una risposta acida, ma lasciatemi anche dire giusta, farebbe accendere la miccia mandando poi di traverso a tutta la compagnia il mangiare. In teoria queste rimpatriate le immaginiamo essere momenti felici e spensierati, invece, in realtà almeno per buona parte di noi con me inclusa, sono il momento in cui s’inizia a punzecchiarsi e a recriminare…


E’, anzi sarebbe, un’occasione per ricomporre dei legami ossia quelli famigliari che durante il resto dell’anno si sono allentati e, forse, in queste occasioni si spera che le incomprensioni che si sono accumulate così, quasi per magia, possano appianarsi e risolversi. Oppure può anche capitare che appunto dato che ci si vede poco non ci sia poi molto da dire in quei momenti… Non si ha più molto in comune, ammesso e non concesso, che ci sia mai stato qualcosa in comune. Non possiamo credere che avvenga un miracolo. Ci troviamo per festeggiare l’anziana parente che è arrivata ai novanta anni e tutto si sistema fra di noi ……
Certo andare d’accordo con parenti, pure acquisiti, è un’impresa ardua però non impossibile.
Bisogna però lavorarci e non solo in quel raro momento d’incontro.
Si potrebbe iniziare con il fare una telefonata invece di mandare il solito scambio di emoticon su Whatsapp che indubbiamente è più comodo e meno impegnativo rispetto a una chiamata a voce… Certo il messaggio è molto più rapido e non richiede nemmeno, forse, una risposta.
Tuttavia così facendo non si costruiscono i rapporti veri e sinceri che tanto sogniamo poi quando ci si ritrova per festeggiare…


La soluzione, per lo meno quella che propongo io, è riattivare e coltivare con costanza e regolarità i rapporti famigliari almeno con qualcuno, poi certo se c’è un parente o più d’uno insopportabile… beh, quelli siamo autorizzati a lasciarli perdere così da non intossicarci la vita, però agli altri sarebbe, forse, il caso di dare una seconda possibilità, non credete anche voi?
Comunque per questo pranzo ho consigliato a questa mia conoscente, visto anche l’immediatezza della cosa, di prenderlo con leggerezza mista a un po’ d’ironia e di non arrabbiarsi troppo, o per lo meno di provarci, in modo di contenere, al minimo, il malanimo che sicuramente ne verrà…
Monica Palazzi

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