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GRANDE SODDISFAZIONE PER I TIFOSI BRESCIANI NEL CICLISMO

Sonny Colbrelli vince il Campionato Italiano a quello Europeo

Per gli appassionati di ciclismo, in particolare quelli bresciani, domenica 12 settembre a Trento hanno vissuto una indimenticabile giornata di sport, coronata da una strepitosa vittoria del campione bresciano Sonny Colbrelli. Conquistando il titolo di Campione d’Europa dopo avere vinto in giugno quello di Campione Italiano. Un inno alla gioia ha scritto il nostro quotidiano, che ha trovato conferma con le note di Mameli e nello sventolio del Tricolore sul gradino più alto del vincitore. Un canto corale si è alzato in Piazza del Duomo, gremita in ogni angolo.
Tanti applausi e incitamenti che si sono susseguiti per tutta la gara, a favore dei 122 ciclisti professionisti provenienti da 20 nazioni Europee. Con il vincitore, sembravamo anche noi vincitori.
Un giorno indimenticabile per gli amanti di questo inimitabile sport. Dopo l’arrivo ci intratteniamo anche con Ferenc Stubán, amico di Samuele, ungherese per anni commissario della sua nazionale, sempre nel giro del ciclismo, accompagnato dal simpatico Aurelio.
La mia generazione era cresciuta da bambini sentendo nell’aria il mito di Gino Bartali e Fausto Coppi, qualche cronaca alla radio, nei racconti dei nostri padri, nelle ultime apparizione alla televisione, da poco nata in Italia. Vidi alcune gare con Coppi, compreso a Calvisano nel famoso Circuito degli Assi nell’ottobre del 1968, presente anche Ercole Baldini con la maglia di Campione del Mondo. Mentre Bartali cessato di correre, continuò nel ciclismo, lo vidi più volte come ospite a varie corse, anche nel bresciano. Non mancarono i loro volti, in alcune delle figurine o in quelle biglie che erano fra i giochi preferiti di noi ragazzi. Poi gli anni passarono, ma la passione per il ciclismo no. Varie gare, anche di categorie minori, mi videro ai bordi delle strade, così come quelle con i grandi campioni. Sempre a Calvisano, nel 1966 il castenedolese Michele Dancelli si presenta con una fiammante maglia tricolore.

Colbrelli primo al Campionato Italiano

Dieci anni dopo nel 1978 sono a Odolo, dove un altro bresciano Pierino Gavazzi, vince il campionato italiano, battendo in volata i favoriti e campioni quali Francesco Moser e Giuseppe Saronni. Qualche anno dopo 1981 in Val di Taro, mi emoziono come sempre, ed applaudo Francesco Moser (che ho sempre tifato) che vince per la terza volta il campionato italiano. Aspettai ancora vari anni prima di assistere ad una gara di campionato italiano. Succede a Boario Terme nel giugno del 2018, dopo una magnifica gara Elia Viviani indossa la maglia tricolore. Lui veronese e quasi di casa nel bresciano, in particolare a Montichiari, dove si allenava nel locale Velodromo permettendogli di vincere alcune medaglie alle Olimpiadi ed in gare mondiali in pista. Velodromo che continua ad essere l’unica struttura coperta in Italia, ma a mio avviso, poco considerata a livello nazionale, in particolare quando è stato costruito. Aveva necessità di alcuni accorgimenti, in grado di essere idoneo a gare mondiali, funzionante per più anni, anziché necessitante di vari interventi, anche adesso che ne scriviamo.
Accanto ai campionati italiani, ebbi l’occasione e l’emozione di vivere come spettatore alcuni mondiali di ciclismo su strada, la gara delle gare disputata in un solo giorno per conquistare la maglia con l’iride.

Viviani alla partenza di Boario. Viviani campione italiano – Giugno 2018

Iniziai diciannovenne a Salò il 1 settembre 1962, dove nei dilettanti vinse il bresciano Renato Bongioni e come non mai le note del tricolore solcarono il golfo del Lago di Garda. Il giorno dopo nei professionisti vinse il francese Jean Stablinski. Nel 1971 a Mendrisio Eddy Merckx (definito il cannibale in quanto vinceva tutto) dopo una fuga a due batte Felice Gimondi, che si rifarà due anni dopo a Barcellona. Nel 1985 sono a Giavera del Montello (TV) è primo Joop Zoetemelk. A Lugano nel 1996 si spera in Gianni Bugno e Bartoli, ma vince Johan Museeuw. Nel 1999 si corre a Verona è primo lo spagnolo Oscar Freire, che si ripete sempre a Verona nel 2004. Ci consoliamo nel 1999 fra gli Juniores con la vittoria del veronese Damiano Cunego. Grande successo italiano a Varese nel 2008, tutti controllano Paolo Bettini vincitore nel 2006 e 2007, ne approfittano gli altri italiani, da solo arriva Alessandro Ballan, poi nella volata Cunego è secondo. L’anno dopo con un gruppo di amici ritorniamo a Mendrisio, Cadel Evans australiano è primo. Nel 2013 sono a Firenze in tribuna stampa, Vincenzo Nibali ha contro tutti, cade negli ultimi kilometri e riesce ad agguantare i fuggitivi, nella volata a quattro vince Rui Costa. Gli ultimi anni i mondiali lì vivo davanti al televisore, dalla partenza all’arrivo, in attesa che vinca un italiano. Senza nulla togliere ai vincitori degli ultimi anni, grandi campioni come lo slovacco Peter Sagan vincitore per tre volte dal 2015 al 2018 o Julian Alaphilippe il francese vincitore ad Imola lo scorso anno e per la seconda volta il 26 settembre scorso in Belgio. Aspettiamo le ultime gare del 2021 in attesa di applaudire ancora Sonny Colbrelli.

Marino Marini

L’amico Ferenc Stubán

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