“In nessun luogo, amata,
ci sarà mai mondo se non in noi.”
Rilke, Settima elegia duinese
Stamattina, sdraiata in piena orizzontalità, guardavo le nuvole da una prospettiva inconsueta. Solo cielo, senza il contrasto dell’orizzonte. Guardavo le nuvole, ipnotiche come il fuoco nel camino e il suono delle onde che si frangono sulla riva. Forme in continuo divenire. Geminiani e Vivaldi nelle orecchie.
In nessun luogo ci sarà mai mondo se non in noi: perfetta definizione del sentire introverso. Il fuori è occasione, porta che apre al viaggio nel mondo interiore. Qui, ora, mi sento in pace. Sto. Quel che c’è, prendo. Il vento di oggi e il mare agitato. Domani si prospetta pioggia, vorrà dire che andrò a fotografarla.
Ho voglia di stare con quel che c’è, perché lì c’è mondo. Guardo il piccolo, il particolare.
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