Un nuovo pozzo sostituirà quello ormai vetusto – Rinnovati gli incarichi amministrativi
Hanno accompagnato la storia agricola dei nostri territori i Pozzi di irrigazione, permettendo di avere abbondanti raccolti, indispensabili al nostro vivere. Ad essi abbiamo posto poca attenzione, magari ammirando fossati, dùgalè e campi della nostra campagna, dove scorreva l’acqua, senza pensare all’impegno ed al lavoro, non sempre facile di chi lavora la terra. Certo i tempi, anche nell’agricoltura si sono evoluti, affidandosi alla nuove tecnologie, un ammodernamento, impensabile qualche tempo fa, anche negli altri settori produttivi.
La stessa l’irrigazione dei terreni e la rotazione delle colture, consentì all’uomo di migliorare la qualità dei prodotti. L’uso irriguo dell’acqua è molto antico e risale, come in altre aree del Paese, all’impero romano, ma le maggiori opere di canalizzazione utilizzate attualmente risalgono al settecento e all’ottocento. In Piemonte e in Lombardia, fin dal basso Medioevo (XIV secolo) si hanno notizie delle prime derivazioni a fini irrigui, soprattutto ad opera di ordini religiosi. Anche a Mezzane i Benedettini si sono dati da fare nella zona dell’Abbadia a recuperare terreni. Nella zona della cascina Aurora, confinante con il Fiume Chiese, erano gli anni cinquanta, quando si sono recuperati terreni, ora dediti all’agricoltura. Nonostante questo l’irrigazione dei campi richiede sempre attenzione, impegno e presenza non delegabile alla modernizzazione.
E’ di questi giorni il rinnovo degli incarichi del Pozzo San Dionigi di Mezzane. Sotto la regia del direttore Emanuele Bignotti e di Roberta Melzani del Consorzio di Bonifica Chiese, a cui è stata affidata la segreteria del pozzo mezzanese, i soci presenti hanno eletto la Deputazione Amministrativa in Claudio Cavallari presidente, componenti Giorgio Cò, Giovanni Zamboni, Lorenzo Zaniboni e Angelo Zangrandi.
La costituzione del Consorzio d’Irrigazione San Dionigi, formata dai proprietari dei terreni della zona sud attorno al cimitero della frazione, con via Tesoli e Via Cucca, sale al lontano 1 maggio 1949, con atto firmato in Carpenedolo dal Notaio Reina Salvatore. Nove gli articoli costitutivi e trenta quelli dello Statuto che ne specifica la funzionalità, con l’intento di: ”Migliorare i loro fondi apportandovi la Bonifica derivante dalla irrigazione”. Si decide la costruzione di un pozzo, che nel tempo ha avuto migliorie e manutenzioni. La sede era fissata nella Canonica Parrocchiale, il voto dei Soci era suddiviso seconda la quantità del terreno. Allora venne eletto presidente Egidio Dabbeni e componenti la Deputazione, come indicato nei citati atti, don Francesco Calzoni, titolare del beneficio parrocchiale e della curia, Luigi Caprioli, Aurelio Zangrandi e Felice Zorzetti, revisori dei conti Giulio Comini e Cataldo Mancuso. Gli altri soci e quindi proprietari di terreni nella zona: Daniele, Achille e Alceste Sambinelli, Modesto e Dante Zangrandi, Pietro Zorzetti con la moglie D’Abbondio Ermina, Angelo e Faustino Remondi, Pietro Galuppini, Pietro Grazioli, Luigi Boschetti, Vittorino Castelletti, Matteo e Angelo Mutti, Lucia Panizza moglie di Giulio Comini.
Terreni quelli del beneficio parrocchiale condotti dai fratelli Marini, Borra, Pezzaioli, così come altri dai fratelli Pezzi con Pennacchio. Il pozzo venne costruito nei terreni, lavorati da Angelo e Francesco Tonelli, ora proprietà dei f.lli Giovanni e Pietro Zamboni.
Sono di questi tempi ancora visibili, il fabbricato, la torretta, il palo della corrente, che quanto prima dovrebbero lasciare spazio ad un nuovo pozzo, come deciso nell’ultima assemblea tenutasi presso la sede del Consorzio Bonifica Chiese a Calcinato. Sarà naturalmente più potente, con pompa più tecnologica, sarà in altra zona, meno impattante per i terreni, seppure sulla stessa proprietà. L’assemblea è formata dai proprietari dei terreni, persone che si sono succedute per successione familiari o per nuovo acquisti come i fratelli Cavallari. A turno in passato la presidenza del Consorzio del Pozzo San Dionigi, ha visto vari soci assumersi la responsabilità di Presidente, negli ultimi decenni anche Fioravanti Vezzoli, che aveva acquistato terreni dalla Parrocchia, Giuseppe Galuppini e Luigi Comini che lo è stato per alcuni anni, scomparso nell’aprile dello scorso anno, morte dovuta al covid-19. Anche la Segreteria, è stata svolta in passato da diverse persone, nello spirito di parsimonia che ha sempre sostenuto l’impegno della Deputazione Amministrativa. In qualche occasione non sono mancate carenze amministrative nella stessa, che ha comportato costi non riscontrabili. L’utilizzo dell’acqua derivante dal Pozzo San Dionigi, con orari organizzati e distribuiti secondo la quantità dei terreni, è utilizzata dai proprietari o da chi ha i terreni in affitto o gestione.
MARINI MARINO