Te ne sei andato via senza nemmeno un piccolo preavviso. È vero, in realtà, sei parso più fragile dagli altri quasi fin da subito ma io non ho mai voluto vederti così: eri bello, bellissimo.
Il tuo pelo era bianco candito e il tuo musetto tanto dolce. Mi hai suscitato immediatamente un senso di immensa tenerezza. Non smettevo di guardarti e sognavo il giorno di poterti finalmente tenere tra le mie braccia e poterti coccolare, come da tempo, faccio con la tua splendida mamma di nome Tronista ma per tutti, ormai da tempo, semplicemente Tronny. E’ una bellissima gatta siamese e con lei non è stato amore a prima vista: i primi mesi non si avvicinava e mi teneva alla larga e così io, poco esperta di mici, dopo aver portato da mangiare a lei e agli altri tre gatti presenti in giardino, mi allontanavo.
Poi un giorno si è avvicinata a me e ha iniziato ad accarezzarmi le gambe con la sua coda: a questo contatto non ho resistito e ho incominciato a sfiorarle la testolina. E poi da quel primo approccio ci siamo avvicinate sempre più tanto da diventare inseparabili: io la sua mamma, lei la mia bimba. Lo so, per chi non ha un animale domestico e non li ama è difficile, se non addirittura folle e impossibile, pensare di avere un rapporto così forte con esso, ma chi, come me, prova questo sentimento sa che cosa significa. E’ qualcosa di magico, potente e forte che ti riempie la vita. Che ti commuove e ti fa sentire speciale. E così quando la mia dolce Tronny ha dato alla luce tre splendidi mici ero al settimo cielo: erano bellissimi, come lei. Le ho comprato una casetta, le crocchette e il mangiare adatto per lei e per loro e facevo sentire loro tutto il mio immenso amore. Ma poi un pomeriggio, subito dopo pranzo, tu, piccolo Bianchino, non miagolavi più. Non ti muovevi più. Tronny era triste e i suoi occhi distrutti dal dolore. Ti ho toccato con dolcezza: il tuo corpicino era freddo come il marmo e il tuo cuoricino non batteva più.
Mi sono unita al suo dolore: avevo iniziato ad amarti e avevo promesso a te, ai tuoi fratellini e alla vostra mamma che mi sarei presa cura di voi. E invece, non ti ho salvato: tutti mi dicono che eri troppo debole e che non avrei potuto fare nulla per te, ma io non riesco a perdonarmi la tua morte così prematura. Non avevi nemmeno quattro giorni di vita! Perché te ne sei andato? Ho cercato conforto negli occhi della mia Tronny, così come lei lo ha cercato nei miei. Ho saputo solo coccolarla e chiederle scusa, dicendole che non è stata colpa sua. Ci siamo strette in un abbraccio che sapeva d’amore, dolore e delusione. Oggi sono passate diverse settimane dalla tua scomparsa e sento ancora un grande dolore. Mi manchi tanto ma so che un giorno ti rincontrerò. Mi basterà sentire il rumore della tua coda e quando mi guarderai vedrò riflessa nei tuoi meravigliosi occhi la tua anima. Arrivederci mio piccolo dolce tesoro.
Con amore…